14 Giugno 2025
Mediobanca - cda straordinario per rinvio assemblea
Situazione agitata sul fronte del risiko bancario, convocato per domenica alle 10 il CdA straordinario di Mediobanca per deliberare in merito al possibile rinvio dell'Assemblea per votare sull’ops su Banca Generali.
Il Cda dovrà deliberare sul possibile rinvio dell'Assemblea prevista per lunedi 16, e convocata in quanto sotto passivity rule, valutando la situazione complessiva in merito a 3 principali ambiti: richieste pervenute dal socio Caltagirone, incertezza sui voti per l'approvazione dell'ops e indagini della procura in corso.
La richiesta di rinvio era arrivata dal socio Francesco Gaetano Caltagirone ad inizio giugno, socio che in questi mesi ha arrotondato la sua partecipazione al 10% di Piazzetta Cuccia, inviando una lettera a Consob e alla stessa Mediobanca, lamentando possibili carenza informative relativamente all'Ops e in particolare relativamente agli accordi distributivi tra la merchant bank, Generali e Banca Generali.
Il timore poi sarebbe quello di non raggiungere la maggioranza dei voti, che con una affluenza record all'80% si attesterebbero al 40% + 1 azione.
Edizione Holding della famiglia Benetton, con il suo 2,2%, dovrebbe posizionarsi sull’astensione, come fece in occasione dei rinnovi di Assicurazioni Generali, cosi come la stessa Delfin, detentrice del 19.8% di Piazzetta Cuccia, con Francesco Milleri “positivo sulla valutazione industriale dell’operazione annunciata da Nagel”. Delfin è più interessata alla creazione di valore della partecipata piuttosto che alla presa di Generali, oltre che attenta ad evitare che possa essere identificato un possibile “concerto” con Caltagirone.
Per il si anche Banca Mediolanum e Mediolanum Vita, con una quota di partecipazione del 3,49%, riconducibili alle famiglia Doris e Berlusconi, entrambe aderenti all'accordo di consultazione tra soci Mediobanca, i cui CDA hanno “valutato positivamente le prospettive di sviluppo industriale e le previsioni finanziarie legate all'operazione”.
Anche Norges Bank per il si con l’1,45% del capitale, mentre incerta la decisione di Credit Agricole, detentrice dello 0,8% del capitale.
Il fronte del mercato (istituzionali più retail al 45% circa del capitale) sarebbe con Nagel, ma con il rischio astensione, che peserebbe come un "no", seguendo le indicazioni dei proxy advisor Iss, Glass Lewis e Pirc, che, come accadde per Generali, nei giorni scorsi hanno espresso in modo compatto la raccomandazione di votare sì all’offerta di scambio di Mediobanca con banca Generali.
In campo anche Unicredit, come fu il 24 Aprile a Trieste per Assicurazioni Generali, dove appoggiò il fronte di Caltagirone come segnale di “distensione” verso il Governo per mitigare il Golden Power attivato contro l’Ops su BancoBpm. Nel mese di maggio, in cui è passato di mano circa il 10% del capitale di Mediobanca, Piazza Gae Aulenti ha raccolto l’1,9% del capitale, ottenendo una possibile delega per un altro 1% di voti dai propri clienti e soggetti vicini, quali Jp Morgan e Jeffries. Al riguardo, l'istituto guidato da Andrea Orcel ha dichiarato di avere “circa 20 miliardi di euro di flussi di capitale al giorno e detiene regolarmente posizioni per conto dei clienti e per coprire posizioni dei clienti. Questo non è un caso diverso”.
Sullo sfondo anche l’inchiesta della procura di Milano sulla vendita della terza tranche di azioni Montepaschi nella privatizzazione di Rocca Salimbeni con l’ingresso di Caltagirone e Delfin finita sotto la lente dei pm di Milano, a seguito di segnalazione di Mediobanca.
Inizialmente si era lasciata la scelta al presidente Renato Pagliaro di decidere se accogliere o meno in apertura dei lavori la richiesta del socio Caltagirone, ma il board potrebbe decidere di dare più tempo agli azionisti per valutare l’operazione, considerando comunque che a luglio scatterà anche l’ops di Montepaschi sull’istituto milanese e che Delfin, Caltagirone stesso e le casse previdenziali consegnaranno le azioni.
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