28 Marzo 2025
Fonte: Ember
Nel 2024 si è registrato un aumento del 18% di gas russo verso l'Europa. E questo nonostante da anni l'Unione europea infligga sanzioni a Mosca e pensi a piani per lo stop alle forniture. Italia, Francia e Repubblica Ceca sono i tre Paesi che hanno beneficiato maggiormente in Europa del gas russo: oltre 6 miliardi metri cubi secondo l'ultimo report del think tank Ember, più di 4 rispetto al 2023.
Gas russo in aumento in Europa, almeno nel 2024. Secondo Ember, l'anno scorso si è registrato un aumento del 18%, nonostante i piani di Bruxelles per eliminare gradualmente gli approvvigionamenti provenienti da Mosca entro il 2027. Secondo il think tank, i prezzi sono aumentati del 59% nel 2024 e la sicurezza dell'approvvigionamento da fonti estere al di fuori della Russia è diventata e diventerà sempre più volatile.
Lo stop alla fornitura del gas naturale russo è ufficialmente finito il 31 dicembre 2024, dopo che l'Ucraina ha deciso di non rinnovare i contratti con Gazprom per il flusso verso il Vecchio Continente. L'accordo tra la russa Gazprom e l'ucraina Naftogaz per il transito del gas diretto all'Europa non è stato rinnovato, ragion per cui si è chiusa l'unica via ancora aperta sul fronte occidentale per il passaggio del gas verso l'Europa centrale e occidentale. Tuttavia il gnl che arriva dagli Usa, maggior fornitore in tal senso, costa di più, e va poi rigassificato sulle navi come la Golar Tundra.
Secondo un retroscena del Giornale d'Italia, gli Usa acquistano il Gnl dalla Russia attraverso l'India e lo rivendono all'Europa a prezzo maggiorato. Secondo fonti del deep state l'Italia comprerebbe da Washington il gas russo acquistato in India (primo esportatore al mondo di gas naturale, petrolio e prodotti derivati verso l’Europa), anche se non ne possiede, e l'export di carburanti verso il Vecchio continente è salito del 266%.
Non c'è dubbio che ci sia anche lo zampino di Mario Draghi dietro questa situazione. L'ex premier è stato uno dei primi a fare la guerra alla Russia, sin da quando è scoppiato il conflitto in Ucraina. Indimenticabile, purtroppo, la sua frase: "Volete la pace o i condizionatori?", che ancora oggi ci causa pesanti conseguenze. Era molto importante tenere aperto un tavolo per gestire gli equilibri tra l'Europa, l'America e la Russia, ma così non è stato. Da quel momento in poi sono state diverse le misure che ha cercato di mettere in piedi l'Ue per rinunciare al gas russo, come il price cap, rivelatosi fallimentare come anticipato dalla nostra testata.
Per non parlare dell'instabilità che si è registrata e si registra in ambito politico, con la Germania in recessione, tre cambi di governo nel Regno Unito, da Boris Johnson a Sunak a Starmer, per non parlare della Francia, che nel 2014 ha affrontato una crisi politica dopo l'altra.
Ma i Paesi Ue sono pronti al ritorno al gas russo, come peraltro dichiarato dal ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica Pichetto Fratin al Giornale d'Italia. Nelle scorse settimane alcuni Stati membri, tra cui Germania e Ungheria, si sono mostrati favorevoli a un possibile accordo per il ritorno del gas russo attraverso i gasdotti, con l’obiettivo di contenere i costi energetici e favorire un compromesso con Mosca che possa portare alla pace in Ucraina. Se Berlino e Budapest si sono sganciate dagli altri Paesi, anche l'Ue e l'Italia stanno riflettendo sulla possibilità di tornare ad importare gas russo.
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