19 Febbraio 2025
Il contesto di mercato in cui opera Fibercop è particolarmente complesso: la gestione delle tariffe, delle interconnessioni e del wholesale rappresentano aspetti fondamentali per la sostenibilità del piano industriale. Con le attuali condizioni, il margine di manovra è ridotto e la combinazione tra una guida operativa efficace e una profonda conoscenza delle dinamiche regolatorie diventa imprescindibile. Ma la questione regolatoria non è solo un compito del futuro amministratore delegato. "Sicuramente sarà un’azione dell’ecosistema, ma è chiaro che l’AD dovrà occuparsene direttamente. Che conosca questi ambiti è quasi scontato, ma il supporto istituzionale sarà essenziale", commenta un esperto del settore.
Uno dei principali motivi per cui Ferraris avrebbe lasciato l’incarico sarebbe legato all’ambizione del piano industriale. "Gli hanno preparato tutto, compreso il management, e lui si è trovato dentro con margini di manovra limitati. Magari il nuovo CEO potrà mettere parzialmente in discussione l’attuale assetto, ma dovrà rispettare forti vincoli". La sfida è complessa: chi accetterà la posizione dovrà essere consapevole delle difficoltà e del fatto che il piano si regge su un’importante riduzione dei costi.
Le indiscrezioni parlano della necessità di individuare una figura relativamente giovane, con l’energia per affrontare la sfida ma al contempo autorevole per gestire un team di alto livello. In pole position ci sarebbe la candidatura di Stefano Bonannini, attuale responsabile commerciale, Alberto De Paoli, ex cfo di Enel, Alberto Calcagno, ex amministratore delegato di Fastweb e attuale CEO di Dedalus Group: meno probabile Stefano Paggi, attuale capo della rete. Inoltre, Luigi Gubitosi, in buoni rapporti con KKR da quando era a capo di Tim, e Laura Cioli ex ad di Sirti Group.
La selezione del nuovo amministratore delegato richiederà ancora qualche mese, i soci si sono dati due o tre mesi di tempo prima di scegliere.
KKR, che ha acquisito il 37,8% di FiberCop con il MEF al 16%, si troverebbe secondo il Financial Times ad affrontare un buco di 449 milioni di EBITDA per il 2025, con un gap complessivo che potrebbe raggiungere i 2 miliardi nei prossimi cinque anni. La crisi si è aggravata con le improvvise dimissioni dell’AD Luigi Ferraris dopo uno scontro con il fondo americano, lasciando Massimo Sarmi alla guida ad interim con decisioni vincolate all’approvazione di due dirigenti KKR. Gli azionisti – tra cui Adia, CPP Investments e F2I – devono ora scegliere tra il taglio dei dividendi o un aumento del debito, con il rischio di un declassamento del rating. Intanto, il piano industriale subisce ritardi, con il budget 2025 atteso per fine febbraio e il piano strategico rimandato all’estate. Tra le cause, la lenta adozione della fibra, il calo dei ricavi da connettività, l'aumento dei costi, l'annullamento di un contratto da 100 milioni con Tim e difficoltà regolatorie.
In merito alle ricostruzioni riportate dalla stampa odierna sulle proiezioni finanziarie della società, FiberCop informa che i dati previsionali relativi all’esercizio 2024 ed i dati relativi al budget 2025, che verranno presentati al Cda convocato per il prossimo 25 febbraio 2025, sono in linea con il piano pluriennale redatto ed approvato da tutti gli azionisti al momento del closing dell’operazione di scorporo della rete di TIM. Inoltre, sono destituite di fondamento le notizie relative a presunti contrasti tra i soci, incluse le dichiarazioni attribuite ad alcuni consiglieri. Nella riunione del 23 gennaio, i consiglieri di amministrazione, con piena unità di intenti, hanno definito la nuova governance della società e l’attribuzione delle deleghe di Amministratore delegato a Massimo Sarmi. Il Presidente e AD sta guidando la squadra manageriale al raggiungimento degli obiettivi della società, a partire dalla realizzazione del piano di investimenti.
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