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Facile Ristrutturare, piano del concordato: ai creditori chirografari rimborsi del 39,3% in 5 anni (7,95mln); ai privilegiati il 100% in 12 mesi (13mln); ma fallimento non escluso

Il il progetto prevedrebbe anche la vendita dei rami d’azienda meno efficienti, la riduzione al minimo dei lavoratori attivi e un’iniezione di due milioni di capitale fresco da parte dei fondatori Loris Cherubini e Giovanni Amato

15 Ottobre 2024

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fonte: lapresse.it

Nel piano del concordato da omologare di Facile Ristrutturare è previsto il rimborso del 39,3% dei creditori "chirografari" in 5 anni (per un ammontare di 7,95 milioni di euro) e il 100% dei creditori "privilegiati" in 12 mesi (per un ammontare di 13 milioni di euro). Tuttavia il fallimento non è escluso. Il piano, infatti, deve essere rispettato.

Facile ristrutturare, piano del concordato: i rimborsi ai clienti

La società avrà cinque anni di tempo per ripagare, almeno in parte, i creditori, cercando di salvarsi dal fallimento. Il tribunale di Roma dovrà esprimersi nei prossimi mesi sul piano di concordato. Il progetto "non persegue fini liquidatori dell’attività aziendale ma mira a soddisfare in tutto o in parte i creditori", si legge nei documenti approvati dal consiglio di amministrazione il 16 settembre relativi al piano. Tra questi rientrano i clienti (che sarebbero migliaia, ma non ci sono conferme ufficiali) che hanno anticipato somme all’azienda per lavori mai eseguiti. Dopo l’omologa del concordato i clienti riceveranno indietro in contanti il 39,3% di quanto versato, in tranche dal 2025 al 2029. In valore assoluto si parla di 7,95 milioni su un totale di 10,35 milioni promessi a tutti i i "creditori chirografari". La società, però, deve corrispondere anche oltre 13 milioni di euro ai "creditori privilegiati", che dovrebbero essere ripagati al 100% nell’arco di 12 mesi, tra cui rientrano i dipendenti. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, il progetto prevede anche la vendita dei rami d’azienda meno efficienti, la riduzione al minimo dei lavoratori attivi e un’iniezione di due milioni di capitale fresco da parte dei fondatori Loris Cherubini e Giovanni Amato.

Per i rimborsi l’azienda prevede di utilizzare innanzitutto la cassa generata dalla continuità aziendale, che dovrebbe portare incassi netti pari a 4,8 milioni entro il 2029, e l’attivo patrimoniale. Quest’ultimo sarebbe stato di quasi 105 milioni di euro alla fine di luglio a fronte di una montagna di 115,4 milioni di debiti totali. Un buco frutto anche di una perdita monstre di circa 40 milioni nel giro di 18 mesi dopo il blocco dello sconto in fattura, il meccanismo che aveva fatto esplodere gli ordini e il fatturato a 235 milioni nel 2022.

La ripartenza di Facile Ristrutturare sarà, inoltre, sostenuta da un aumento di capitale da 2 milioni spalmati in cinque anni, a carico dei due soci fondatori, con la possibilità di aggiungere altri 500 mila euro in caso di ulteriori necessità finanziarie. Con il concordato si ferma anche il piano di espansione geografica della società. La produzione sarà concentrata su poche aree: Milano, Roma, Firenze e Torino. I rami d’azienda meno efficienti, a partire da alcuni negozi nel Sud Italia, saranno venduti. In più, la società intende snellire il più possibile la struttura riducendo al minimo i contratti di affitto di unità immobiliari, potenziando il subappalto (già previsto nel modello di business) e riducendo al minimo il personale attivo con la cassa integrazione (cig).

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