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Tamagnini (FSI), trovati investitori per €1,5 mld sul Made in Italy: "Investire sull'Italia fa bene e fa guadagnare"

Maurizio Tamagnini chiude la raccolta di €1,5 mld con FSI, il suo secondo fondo, il terzo se si conta il FSI che guidò da amministratore delegato

02 Settembre 2024

Tamagnini (FSI), trovati investitori per €1,5 mld sul Made in Italy: "Investire sull'Italia fa bene e fa guadagnare"

Maurizio Tamagnini chiude la raccolta di 1,5 mld con Fsi 2, il suo secondo fondo, il terzo se si conta il Fondo Strategico Italiano che guidò da amministratore delegato. In effetti non era semplice. Ha raggiunto l’obiettivo massimo da prospetto: significa avere trovato investitori per 1,5miliardi disposti a mettere denaro, in questo momento, sulle imprese italiane medio grandi, fra i 100milioni e i due miliardi di ricavi. È il bacino di Fsi che con il secondo fondo arriva a quasi tre miliardi di attività.

"Siamo il più grande investitore indipendente dedicato al 100% all’Italia, fiscalmente residente nel Paese, incluso nel Pei 300, la classifica mondiale dei 300 gestori di fondi di private equity maggiori", dice Tamagnini. In portafoglio oggi ha le fintech Bancomat e Numia (società di pagamenti nata da Bcc Pay con Iccrea e Bpm); aziende tech come Cerved (con la Ion di Andrea Pignataro), delle scienze della vita come Kedrion-Bpl, del risparmio gestito come Anima; Retex, marketing digitale; Nice, automazione per la casa; MissoniInvestire nelle aziende italiane fa bene, anche ai rendimenti. Del nuovo fondo sono stati già investiti da inizio anno 300 milioni di euro in aziende tech (Nice, Bancomat e Retex). Fanno parte degli 1,2 miliardi investiti in tecnologia dal team di Fsi negli ultimi anni". 

Gli investitori di FSI2 sono "al 55% esteri e al 45% italiani. Tra i primi
c’è il Fondo europeo per gli investimenti, il fondo sovrano di Singapore Temasek, la Kuwait Investment Authority. Partner storici che hanno confermato la loro presenza. Tra gli italiani, c’è grande partecipazione delle casse di previdenza: hanno investito centinaia di milioni e svolto un ruolo di catalizzatore verso altri investitori, sono nell’advisory board. Poi banche e assicurazioni italiane ed europee, fondazioni bancarie, qualche fondo pensione, i family office di gruppi industriali europei, di fondi e asset manager. Questa raccolta ha confermato l’attrattività delle aziende italiane per i grandi investitori."

Fonte: Corriere Economia

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