22 Novembre 2023
Sono 150 gli investitori che nella giornata di martedì si sono aggiudicati il 25% del capitale dei Monte dei Paschi di Siena, ceduti dal Mef. All’operazione di vendita accelerata curata da Bofa, Jefferies e Ubs, i coordinatori globali che ai rispettivi clienti hanno offerto pacchetti frazionati di azioni. Ha risposto il mercato globale, con una vivace presenza di fondi americani: da Marshall Wace, Wellington, uno dei più grandi fondi al mondo che avrebbe preso posizioni rotonde, fino a Blackrock. E agli acquisti ha partecipato anche l’Europa con il fondo pensione norvegese Norges, la britannica Toscafund e Melqart. Tutti azionisti nuovi, convinti dalle banche nella cabina di regia dell’operazione e dal ceo Luigi Lovaglio.
Anche l’Italia è stata attiva. Investitori già interessati dal 2022 hanno rilanciato su Mps acquistando titoli Anima, Eurizon, Banca Mediolanum e Algebris, nell’ambito di una richiesta complessiva da parte degli investitori pari addirittura a cinque volte. Il titolo di Mps ieri ha scontato un calo in Borsa del 7,9% che include lo sconto del 4,9% praticato nella sera di martedì a chi comprava azioni messe in vendita dal Mef.
L’alta redditività è l’elemento chiave che ha attratto gli investitori, infatti sono stati registrati 929 milioni di utile nei primi nove mesi e la promessa di arrivare a 1,1 miliardi a fine. Ma anche il fatto che Mps è diventata solida (Cet1 al 16,7% nei primi tre trimestri), possiede un tesoretto crediti fiscali da imposte differite (Dta) ed è un’opportunità per chi da Oltreoceano vuole prendere posizioni su un istituto nell’area del Sud Europa.
L’analista di Deutsche Bank, Giovanni Razzoli, ha evidenziato il potenziale della banca, infatti Mps è l’ottava banca europea e prima italiana. Egli spiega: “il che implica una percezione errata del profilo di rischio dell’istituto- poi sottolinea che- dopo le recenti sentenze favorevoli, i rischi legali per la banca sono diminuiti del 30% ed è possibile che diminuiscano ulteriormente, migliorando ulteriormente la percezione del rischio”.
Razzoli fa notare che ad oggi l’80% del valore del titolo Mps è rappresentato da eccesso di capitale (0.8 euro) e dal valore attuale delle attività fiscali (1,3 euro), con le operazioni bancarie valutate solo 0.6 euro.
L’analisi della banca tedesca però fa anche un parallelismo tra la vicenda di Mps e quella delle banche greche che avevano registrato una grande rivalutazione nel momento direttamente successivo alla crisi.
Conclusa la cessione, si è dato il via alle speculazioni sulle prossime mosse del Tesoro. L’intenzione del governo è la completa exit entro il 2024, come concordato con Bruxelles; le principali speculazioni riguardano Bper, Banco Bpm e Unicredit, ma nella lista potrebbe esserci anche Intesa Sanpaolo.
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