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Nomine partecipate 2023, definiti gli ad, è scontro sulle presidenze, minacciata crisi di governo. Spunta Bracco - ESCLUSIVA

Appena conclusa la riunione fra FdI, Lega e FI, presenti anche Fazzolari, Bagnai, Letta e Tajani. Mentre per gli ad le decisioni sembrano ormai definitivamente prese dalla Meloni (per quanto spunta l'opzione di Gianni Armani di Iren per Enel), è scontro sulle presidenze, con la problematica di dover presentare tutte le liste per circa 200 nomine entro mercoledì 12 aprile, con previa accettazione delle cariche e coinvolgimento dei vari head hunter - L'ESCLUSIVA de Il Giornale d'Italia

10 Aprile 2023

Palazzo Chigi

In dirittura d'arrivo il "tetris" delle nomine delle partecipate 2023: entro mercoledì 12 aprile si devono presentare tutte le liste per circa 200 posti con previa accettazione delle cariche e coinvolgimento dei vari head hunter, da Egon Zehnder a Spencer Stuart. Giochi fatti per gli amministratori delegati, ma lotta aperta per le presidenze: si è appena conclusa la riunione fra FdI, Lega e FI in cui erano presenti anche Fazzolari, Bagnai, Letta e Tajani. 

Nomine partecipate 2023, Meloni ha deciso per gli ad

Si è appena conclusa la riunione fra FdI, Lega e FI che ha visto la partecipazione anche di Fazzolari, Bagnai, Letta e Tajani. Come anticipato da Il Giornale d'Italia, lo schema per gli ad dovrebbe essere il seguente. Roberto Cingolani a Leonardo, ad Enel dovrebbe essere confermato Stefano Donnarumma, attuale ad di Terna. In questo caso dovrebbe essere confermata Giuseppina Di Foggia, ad di Nokia (leader nelle reti e infrastrutture di tlc), alla guida dell'azienda che gestisce le reti nazionali per la trasmissione di energia elettrica.

Per quanto riguarda Enel, per quanto i giochi siano sostanzialmente fatti, spunta la possibile opzione di Gianni Armani di Iren laddove per la nomina di Donnarumma dovesse pasare il "parere" espresso da Sabino Cassese circa le possibili incompatibilità con Terna e le relazioni tra "controllore" e "controllato".

Come anticipato da Il Giornale d'Italia, giochi fatti per Eni con riconferma di Claudio Descalzi al quarto mandato, così come riconferma per Poste Italiane per il duo Matteo Del Fante come ad e Giuseppe Lasco come codirettore generale.

Per Ferrovie dello Stato, invece, Luigi Ferraris rimarrebbe alla guida anche per non creare discontinuità nella gestione dei fondi del PNRR in cui ci si giocheranno 24 miliardi di euro.

Scontro sulle presidenze

La partita, invece, è ancora tutta aperta per le presidenze: la Lega minaccia la crisi di governo. Come confermato da iGdI, per Leonardo è in pole la nomina di Giuseppe Zafarana e lo spostamento a Terna o Enel da Leonardo di Luciano Carta. La Lega ha puntato i piedi per posizionare i propri uomini nei ruoli chiave.

Spunta il nome di Pietro Bracco, attuale consigliere di FS, come presidente dell'azienda: la Lega, così, potrebbe avere una presenza forte a livello di holding per poi definire le nomine per Trenitalia e FRI, i cui nomi sono già stati indicati qui

Lo stesso Bracco o un altro esponente della Lega potrebbe essere indicato per la presidenza in Enel o Terna, non consentendo la nomina di Paolo Scaroni.

Anche per la presidenza di Eni la Lega ha puntato i piedi per nominare un proprio ex dirigente o un uomo di fiducia, e la partita è ancora in corso, per quanto rimangono ancora in corsa Massolo e Varricchio.

Il tavolo si dovrebbe concludere  entro domattina, per definire tutte le principali  nomine. 

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