11 Aprile 2023
C'erano pochi dubbi, Claudio Descalzi, alla guida dell'Eni per tre mandati dall'8 maggio del 2014, come anticipato da Il Giornale d'Italia il 10 gennaio scorso, si appresta a iniziarne un quarto: arriva l'indicazione del MEF, che detiene una quota superiore al 30% (sommando le quote detenute dal Dipartimento del tesoro e dalla Cassa depositi e prestiti) sul rinnovo del CdA.
[ articlepreview id="472535" link= https://www.ilgiornaleditalia.it/news/economia/472535/partecipate-2023-valzer-nomine-610-poltrone-da-assegnare-subito-dopo-pasqua--enav-ha-aperto-i-giochi.html"]
Si è tenuto ieri il penultimo tavolo di confronto della maggioranza che ha decretato i nomi degli ad, ma c’è stato un acceso scontro sulle presidenze, tanto che qualcuno in sede di riunione è arrivato a paventare la crisi di governo. Nell’incontro appena terminato è stata ribadita la nomina di Claudio Descalzi.
La conferma del manager va inserita nel contesto geopolitico caratterizzato dalla guerra russo ucraina e dalla crisi energetica, già iniziata nel 2020 e aggravatasi con il conflitto. Descalzi è stato infatti il braccio destro di Giorgia Meloni nella complessa ricerca di soluzione energetiche alternative al gas russo. Tra gli accordi più significativi quello con la Libia siglato il 23 gennaio scorso e quello con l’Algeria e gli Stati Uniti per il GNL.
Una scelta di continuità dovuta ai solidi risultati di business ottenuti dall'ad, seppur 'gonfiati' dal caro bollette: nel 2022 Eni ha conseguito 132,512 miliardi di euro di ricavi, con un utile netto di competenza Eni pari a 13,887 miliardi di euro. Ma a giocare un ruolo importante è anche la forte credibilità internazionale del CEO, conquistata in anni di consolidamento alla guida di un'azienda come Eni presente in 62 paesi al mondo.
L'Eni è molto cambiata da quando, il 14 aprile 2014, il Governo Renzi indica Descalzi per il ruolo di amministratore delegato, non solo per il cambio di governance ma per le grandi rivoluzioni che da allora hanno investito il mondo dell'energia, sempre più connesso alla sostenibilità e all'innovazione. Il CEO conclude il primo mandato riportando il bilancio della società in utile ( il 2017 si conclude con un utile netto a 3,43 miliardi di euro) e lancia il primo grande progetto mirato alla decarbonizzazione: Progetto Italia, che porterà tra l'altro alla realizzazione dell'impianto fotovoltaico di Porto Torres.
Arriva poi il 18 marzo 2017 con il Governo Gentiloni la riconferma per un secondo mandato, nel corso del quale l'ad annuncia un'importante investimento di 21 miliardi di euro in Italia con l’obiettivo di rilanciare i diversi settori dell’azienda. Tra le innovazioni che entrano a far parte di Eni in questi anni non mancano molti progetti pioneristici, come la fusione a confinamento magnetico e la realizzazione di impianti innovativi come quello della bioraffineria di Gela.
Sarà poi il Governo Conte II a confermare l'ad per il terzo mandato, durante il quale Descalzi annuncia un obiettivo importante: entro il 2050 l'Eni si impegna a raggiungere la decarbonizzazione di tutti i prodotti e processi aziendali.
Giuseppe Zafarana assume il ruolo di Presidente di Eni, succedendo a Lucia Calvosa.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia