18 Marzo 2023
Fonte: Imagoeconomica
Credit Suisse potrebbe essere acquistata totalmente o in parte dalla banca svizzera Ubs. Lo riporta il Financial Times, aggiungendo che le trattative sarebbero mediate dalla Banca centrale svizzera e dalla Fima, l'autorità elvetica di regolamentazione del mercato.
Le misure prese a sostegno di Credit Suisse dopo il tonfo dello scorso 15 marzo sembrano non bastare a tranquillizzare i mercati internazionali. Nonostante gli interventi della Fed, del Tesoro americano, della BoE, della Banca nazionale svizzera e delle banche Usa, infatti, la settimana si è chiusa in rosso in tutte le piazza d'Europa: Milano ha perso l'1,64%, Parigi l'1,43%, Francoforte l'1,33%, Londra l'1,01% e Madrid l'1,92%. Credit Suisse, poi, ha ceduto l'8%, confermando di trovarsi in un buco nero da cui sembra faticare a fuoriuscire.
Proprio sul versante dei soccorsi all'istituto elvetico, però, giungono nuove indiscrezioni vergate Financial Times. Stando alle fonti della testata statunitense, infatti, sarebbero in corso delle trattative di acquisizione totale o parziale di Credit Suisse da parte del gruppo svizzero Ubs. Sul tavolo, in particolare, starebbero facendo da mediatori anche la Banca Centrale svizzera e la Fima, l'autorità elvetica di regolamentazione del mercato.
Lo scoglio maggiore sul fronte Credit Suisse, poi, è un portafoglio di obbligazioni dal controvalore di almeno 76 miliardi di franchi svizzeri; in caso di salvataggio pubblico, infatti, le azioni dovrebbero essere convertite in capitale, ricorrendo alla manovra del "bail-in": alla banca in difficoltà irreversibile verrebbe concesso di utilizzare risorse interne, vale a dire di rivalersi sul capitale degli investitori e sui risparmi dei correntisti, trovando in essi la liquidità necessaria a risollevarsi.
A ciò si aggiunge , poi, la crisi dell'americana First Republic Bank, che ieri ha chiuso cedendo il 24% nonostante l'iniezione da 30 miliardi da parte di 11 istituti di credito statunitensi. Per far fronte a questa situazione emergenziale, è stata avanzata nella tarda serata di ieri l'eventualità di un collocamento azionario privato fra altre banche e fondi di "private equity", con il risultato di un'ulteriore perdita del titolo del 4%.
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