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Benzina, Antitrust avvia istruttorie verso oltre 1000 distributori tra cui Eni, Esso e Tamoil

Più di mille distributori nel mirino dell'operazione comune fra Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e GdF: controllare che non ci siano cartelli o condotte illegali

16 Gennaio 2023

Antitrust e Guardia di Finanza avviano istruttoria contro oltre mille pompe di benzina

Fonte: Imagoeconomica

In seguito al decreto trasparenza, l'Antitrust e la Guardia di Finanza avviano le istruttorie contro oltre mille distributori di Eni, Esso, Ip, Kuwait e Tamoil per determinare se, oltre ad essere state tenute condotte illecite, siano mancati i dovuti controlli. 

Antitrust e GdF contro speculazione benzina

Il decreto trasparenza, varato dal governo con l'obiettivo di controllare i prezzi dei carburanti, comporta l'esposizione del prezzo medio alla pompa, il tetto al prezzo in autostrada e maggiori controlli sui gestori. I proprietari dei distributori, sentendosi accusati di essere degli speculatori, hanno indetto uno sciopero per il 25 e il 26 gennaio.

La misura del governo è mossa anche dalle segnalazioni degli scorsi mesi della Guardia di Finanza secondo le quali alcuni distributori aumentavano il prezzo senza ragione, non seguendo l'andamento del prezzo sul mercato. L'esposizione obbligatoria del prezzo medio arginerebbe questo fenomeno. 

Gli elementi rilevati dalla GdF ora entrano anche nel mirino dell'Antitrust, cioè dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. La cooperazione fra il garante e il Nucleo speciale Antitrust delle Fiamme Gialle ha più scopi: innanzitutto, capire se vi è un'applicazione del prezzo diverso da quello esposto. Inoltre, approfondire se fra i vari benzinai ci sia un accordo volto a tenere immotivatamente alto il prezzo. In quest'ultimo caso si tratterebbe di un vero e proprio cartello, materia di cui si occupa l'Antitrust. 

Mille distributori coinvolti 

Nel mirino degli accertamenti congiunti delle GdF e dell'Antitrust ci sono oltre mille distributori. Fra i benzinai controllati, ce ne sono molti delle catene Eni, Esso Italiana, Italiana Petroli, Kuwait Petroleum Italia e Tamoil Italia. Nel dettaglio sono 376 a marchio ENI, 40 a marchio ESSO 40, 383 marchio IP, 175 marchio Kuwait e 48 marchio TAMOIL. Queste pompe di benzina sono sparse su tutto il territorio nazionale. 

L'Autorità spiega che i marchi sono accusati di condotte riconducibili alla omessa diligenza sui controlli rispetto alla rete dei distributori, in violazione dell’art. 20 del Codice del Consumo. Quel che si addossa alle compagnie petrolifere è di non avere "adottato misure o iniziative idonee a prevenire e a contrastare queste condotte illecite a danno dei consumatori".

Uno degli elementi sospetti, afferma inoltre, "è risultata difformità tra il prezzo pubblicizzato e quello più alto in realtà applicato; in altri è stata riscontrata l’omessa esposizione del prezzo praticato, ovvero l’omessa comunicazione al portale “Osservaprezzi Carburanti”, utile al consumatore per trovare la pompa con il prezzo più basso".

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