07 Dicembre 2022
Non si arrestano le perdite in borsa di Credit Suisse, le cui azioni quest’anno crollano del 66%. Né poteva essere altrimenti nel bel mezzo della seconda parte dell’aumento di capitale da 4 miliardi di franchi svizzeri.
La prima da 1,76 miliardi si è conclusa a favore dei soli investitori istituzionali e ha visto la Saudi National Bank, la banca centrale saudita, entrare con una quota del 9,9%. La seconda da 2,24 miliardi è in corso. Nel frattempo, Qatar Investment Authority, il fondo sovrano del Qatar da 300 miliardi di dollari, ha aumentato la sua partecipazione al 6%. Nei mesi scorsi, tale quota era scesa al 4,87%.
La risalita è dovuta alla conversione integrale di due obbligazioni convertibili e in scadenza entro l’anno.
La notizia più importante di questi giorni riguarda però il principe saudita Mohammed bin Salman, noto spesso alle cronache mondiali con l’acronimo MbS. Secondo fonti a lui vicine, sarebbe disposto a impiegare 500 milioni di dollari per entrare nel capitale di Credit Suisse Firts Boston, la nuova banca d’investimento nata dallo spin-off dell’istituto elvetico.
Non è ancora chiaro, però, se l’ingresso avverrà tramite una partecipazione a titolo personale o attraverso uno dei veicoli sovrani come Public Investment Fund (PIF) e Saudi National Bank.
Credit Suisse naviga in cattive acque da mesi dopo essere rimasta vittima della mala gestione di diversi suoi ex dirigenti. L’immagine è rimasta appannata dagli scandali finanziari Greensill e Archegos, i quali hanno provocato anche una voragine nei conti bancari. Il rilancio starebbe avvenendo grazie alla massiccia partecipazione di investitori del mondo arabo. Un aspetto da non sottovalutare.
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