15 Luglio 2022
fonte: Imagoeconomica
Maurizio Dallocchio, presidente di Generalfinance e docente dell'Università Bocconi, in un'intervista esclusiva per Il Giornale d'Italia, ha parlato della possibile acquisizione di Banco BPM da parte di Crédit Agricole:
"Io non credo che ci siano movimenti all’orizzonte che portino al depauperamento del sistema bancario italiano prima delle elezioni del prossimo anno. Lo scenario politico, per le banche, è uno scenario essenziale: non credo che in questo momento ci sia qualcuno disponibile a esercitare uno sforzo potente per acquisire una maggioranza, posto che ci sia un’azione di golden power da parte del governo.
Alla luce di una nazione che politicamente sta mostrando qualche grave tensione, credo che fino alle elezioni del 2023 nessuno si muoverà per puntare sul sistema bancario. Dovremo aspettare l’anno prossimo."
In Unicredit c’è stato un grande cambiamento, Orcel ha preso il posto di Ubertalli, adesso a capo dell’Italia. Perché questa decisione e quali acquisizioni potrebbero esserci all’orizzonte?
"Se c’è una grande operazione a cui tutti guardano, è quella con i tre nomi di Unicredit, Mediobanca e Generali. Su questi tre tavoli si deve decidere se c’è spazio per la creazione del più grande gruppo europeo di natura finanziaria. É il tavolo che, secondo me, può essere considerato il più caldo sul quale fare delle riflessioni.
Orcel si è trovato in compagnia di un potente uomo di banca commerciale come Niccolò Ubertalli: competente, con relazioni e credibilità personale molto forte. Vista la scarsità di informazioni circa le ragioni dell’uscita di Ubertalli, mi viene in mente che lui sull’Italia abbia fatto delle riflessioni che probabilmente non erano strategicamente condivise con il group management. Probabilmente, il piano strategico era incompatibile. Tanto è vero Orcel ha scelto Remo Taricani per affiancarlo in questo nuovo percorso, una persona di grandissima competenza, ma meno visibile sul mondo finanziario di quanto fosse Ubertalli.
Si è trattato di un cambiamento stato repentino e forte, probabilmente Orcel vuole fare la strategia d’Italia ed è chiaro che questa passi anche attraverso il dialogo con Trieste e Piazzetta Cuccia."
A proposito della situazione geopoltica attuale, Dallocchio afferma:
"In questo momento, probabilmente c’è stata la concomitanza con alcuni elementi. Uno è sicuramente il momento di debolezza interna e rimarcata esternamente da parte del sistema di governance russo, che aveva la necessità di scaraventare sull’esterno tensioni interne. Non ci dobbiamo dimenticare che la Russia è una nazione che è stata esposta tanti anni prima ad un dominio imperialista degli Zar poi dell’unione sovietica e le persone sono tendenzialmente ancora memori della grandezza della nazione russa. Quando si tratta di riconquistare credito internazionale, si crea un meccanismo di coesione forte, che fa vedere che in questo momento Putin non è in dubbio all’interno della grande nazione Russa.
Inoltre, molte nazioni limitrofe alla grande area russa hanno avvertito l’esigenza di chiedere copertura all’Occidente, che si chiami Nato o Unione Europea. La Russia ha anche avuto una ragione di natura parapolitica, oltre ad avere una spinta interna, per giustificare l’ingiustificata invasione dell’Ucraina.
C’è poi il tema di mera razionalità economica, che arriva dopo un periodo prolungato, caratterizzato essenzialmente dal Covid, dove l’energia e le materie prime stavano scagliando malamente. Nel febbraio 2020, un barile di petrolio offriva valori negativi in termini finanziari perché non c’era domanda. Adesso a questo si somma il fatto che una percentuale non esigua della produzione di energia nel mondo risiede in Russia che, insieme alla riduzione dell’esposizione all’export russo, causa le tensioni alle quali siamo tutti esposti".
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