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La guerra in Ucraina costa 41 miliardi di Pil. Bonomi: "Numeri che spaventano"

Il presidente degli industriali italiani si dice molto preoccupato per le previsioni di crescita al ribasso per l'Italia: se a ottobre si ipotizzava un +4%, adesso ci si aspetta un +1,9%

04 Aprile 2022

Confindustria, Bonomi: ‘No a una nuova protrazione del blocco dei licenziamenti’

La guerra in Ucraina costerebbe all'Italia 41 miliardi di Pil, e quindi di crescita economica, numeri che non possono non allarmare il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, che commenta la situazione così: "Anche nello scenario meno complicato questi numeri spaventano, spaventano in maniera molto forte", ha detto senza mezzi termini il presidente degli industriali, intervenuto al workshop Ambrosetti a Cernobbio. Secondo il centro Studi di Unimpresa il conflitto scoppiato lo scorso 24 febbraio mette a rischio più di un terzo della crescita economica prevista per il 2022, per la precisione il 36,1%. Numeri che segnalano difficoltà inequivocabili. Del resto, sempre al forum nel paese in provincia di Como il ministro dell'Economia Daniele Franco aveva lanciato un messaggio di grande prudenza: "Noi usciremo come governo nel Documento di economia e finanza con una previsione cauta sul Pil, perché c'è grandissima incertezza. Come l'anno scorso, è meglio essere smentiti per essere stati pessimisti piuttosto che troppo ottimisti", ha spiegato il titolare di via Venti Settembre. 

La guerra in Ucraina costa 41 miliardi di Pil

Il Centro studi di Confindustria, invece, è stato molto meno prudente e ha lanciato l'allarme: se lo scorso ottobre tutti concordavano sulle ottime prospettive di crescita per l'Italia nell'anno in corso, con stime che toccavano il +4% del Pil, adesso quelle prospettive si sono praticamente dimezzate, arrivando all'1,9%. E questo in uno scenario tutto sommato "ottimistico", in cui il conflitto in Ucraina termina entro luglio e si riducano le relative incertezze.

Le conseguenze sono diverse, come spiega proprio Bonomi: l'Italia "entrerebbe così in una recessione tecnica seppur di dimensioni limitate, con un calo di -0,2% e di -0,5% nei primi due trimestri." E il ritorno ai livelli economici precedenti la pandemia, quindi ai primi mesi del 2020, "slitta dal secondo trimestre di quest'anno al primo del prossimo", ha aggiunto il presidente di Confindustria. Prospettive, insomma, molto preoccupanti per un'economia che non ha ancora superato definitivamente le conseguenze del Covid19. 

Bonomi: "Numeri che spaventano"

Ma Bonomi va oltre le conseguenze della guerra in corso e non risparmia bacchettate al governo su più fronti, dal caro energia al Pnrr. "Le imprese hanno finora in gran parte assorbito nei propri margini, fino ad annullarli in alcuni casi, questi aumenti dei costi ma l'impatto non è sostenibile. Per questo diverse imprese stanno riducendo o fermando la produzione, o prevedono di farlo nei prossimi mesi. Le misure fin qui adottate dal Governo non sono sufficienti", ha spiegato il capo di viale dell'Astronomia.

Anche il Piano nazionale di ripresa e resilienza, infine, dovrebbe essere corretto alla luce della nuova situazione: "Non comprende gli ingenti investimenti necessari per sostituire la quota di gas russo, quindi va modificato. Bisogna battersi affinché l'Europa capisca che nel quadro attuale enormi filiere industriali restano ancora più scoperte a rischi giganteschi, se continuiamo a prendere alla lettera le proposte della Commissione europea elaborate in uno scenario in cui nessuno degli attuali, devastanti elementi perturbatori era presente", ha sottolineato Bonomi.  

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