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Dialoghi Italo-Francesi per l'Europa: nuove prospettive per l’alleanza tra Italia e Francia con il Trattato del Quirinale

Paola Severino, Vice Presidente dell’Università Luiss Guido Carli, a Il Giornale d'Italia: "La cultura deve essere un ponte tra i paesi perché è trattato bilaterale per l’Europa"

15 Dicembre 2021

Dialoghi Italo-Francesi per l'Europa: nuove prospettive per l’alleanza tra Italia e Francia con il Trattato del Quirinale

Si è svolto a Roma presso la sede dell’Università Luiss Guido Carli l’evento annuale per la quarta edizione dei Dialoghi italo-francesi per l’Europa dedicato quest’anno a “Italia e Francia: una alleanza rafforzata con il Trattato del Quirinale”.

Trattato del Quirinale: punto significativo per la cooperazione tra Italia e Francia

L’incontro è stato un modo per parlare degli attuali rapporti tra Italia e Francia, paesi che da sempre sono legati da una reciproca stima e amicizia. A conferma di questa alleanza e a conclusione di un percorso avviato nel 2017, il Presidente francese Emmanuel Macron e il Presidente del Consiglio italiano Mario Draghi hanno firmato, lo scorso 26 novembre, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dei sei Saggi nominati per la stesura di una bozza del testo, il "Trattato tra la Repubblica Italiana e la Repubblica Francese per una cooperazione bilaterale rafforzata", il cosiddetto "Trattato del Quirinale". Questo documento rappresenta un punto significativo per la cooperazione tra Italia e Francia, che apre una nuova stagione nei rapporti bilaterali e che permetterà di affrontare insieme le sfide dei prossimi anni nel quadro del progetto europeo. 

All’evento “Italia e Francia: una alleanza rafforzata con il Trattato del Quirinale” erano presenti Paola Severino (Vice Presidente, Luiss Guido Carli); Vincenzo Boccia (Presidente, Luiss Guido Carli); Mathias Vicherat (Direttore, Sciences Po). Sono intervenuti inoltre Michele Crisostomo (Presidente, ENEL); Salvatore Rossi (Presidente, TIM); Veronica De Romanis (Professore, Stanford University di Firenze e Luiss Guido Carli); Teresa Cremisi (Presidente, Adelphi); Brigitte Marin (Direttrice, Ecole Française de Rome); Rosario Ambrosino (CEO, Elior); Andrea Munari (Presidente, BNL Gruppo BNP Paribas); Franco Bassanini (Presidente, Astrid – Saggio Trattato Quirinale), Alain Le Roy (già Ambasciatore di Francia in Italia); Sergio Fabbrini (Direttore Dipartimento Scienze Politiche, Professore Politica e Relazioni Internazionali, Luiss Guido Carli) e Marc Lazar (Professore, Sciences Po e Luiss Guido Carli).

 

Luiss, Severino: "Oggi abbiamo inaugurato il nuovo concetto di diplomazia culturale"

VIDEO - Luiss, Severino: "Oggi abbiamo inaugurato il nuovo concetto di diplomazia culturale"

Paola Severino, Vice Presidente dell’Università Luiss Guido Carli, in occasione dell'iniziativa "Dialoghi italo-francesi per l'Europa", ha affermato a Il Giornale d’Italia: "Oggi abbiamo inaugurato un nuovo concetto, quello della diplomazia culturale, che si aggiunge alla diplomazia economica e giuridica. La cultura deve essere un ponte tra i paesi, lo è stato nei dialoghi italo-francesi e in qualche modo si è interconnessa con il trattato italo-francese che ha avuto dei momenti difficili rispetto ai quali, però, avere questo cemento che ci ha unito ha aiutato anche a superare quei momenti difficili e arrivare al risultato".

"Nel programma che è allegato al trattato del Quirinale si dicono tante cose: una, la più bella per me, è che si auspica che altre iniziative, come i Dialoghi italo-francesi, in adempimento del trattato, possano implementare i rapporti culturali con l’Italia, la Francia per l’Europa. Ma soprattutto, l’idea che la cultura faccia da ponte a queste iniziative rispetto ad altre iniziative altrettanto importanti. Si parla di industrie italo-francesi, di imprese, di relazioni economiche, di sostegni all’economia dei due paesi, di intese da raggiungere di volta in volta quando ci saranno delle riunioni europee importanti. Insomma, si è creata un’atmosfera di collaborazione perché è un trattato bilaterale per l’Europa, cioè getta le basi di un rafforzamento europeo. Le collaborazioni rafforzate devono rappresentare uno dei temi del rafforzamento europeo e questa è una di quelle. Noi speriamo che ce ne siano tante altre di collaborazioni rafforzate. Vorremo estenderle alla Germania, alla Spagna, a tutti quei paesi che ci sono più culturalmente vicini per arrivare a estenderci a tutta L’Europa".

 

Enel, Crisostomo: "Le utility hanno un ruolo centrale per lo sviluppo sostenibile"

VIDEO - Enel, Crisostomo: "Le utility hanno un ruolo centrale per lo sviluppo sostenibile"

Michele Crisostomo, Presidente del Consiglio di Amministrazione di Enel, in occasione dell'iniziativa "Dialoghi italo-francesi per l'Europa, ha dichiarato a Il Giornale d’Italia: “Col trattato del Quirinale vediamo uno slancio europeo di un accordo bilaterale in cui al centro degli interessi reciproci di Italia e Francia si mette la questione della transizione energetica in quanto c’è un richiamo strategico di fondo al fatto che l’autonomia, in chiave di sovranità europea, passa attraverso la promozione di uno sviluppo sostenibile. In questo le utility hanno un ruolo centrale in quanto spetta a loro il compito di realizzare quello che il trattato del Quirinale mette al centro: la decarbonizzazione del sistema economico attraverso lo sviluppo delle rinnovabili, la digitalizzazione delle reti e la promozione e l’elettrificazione dei consumi”

Per quanto riguarda il rapporto tra pubblico e privato e il ruolo di entrambi nell’attuazione su quelli che saranno i fondi del PNNR, ha aggiunto: “Pubblico e privato devono necessariamente collaborare se si vuole dare corpo a progetti concreti portati avanti con la giusta velocità. Quelle che sono un po’ le missioni del PNNR. I privati da soli non possono realizzare de progetti con quell’impatto, anche infrastrutturale, che richiede necessariamente l’intervento del pubblico. Il pubblico deve dare ai privati la possibilità di realizzare i progetti togliendo le rischiosità e creare un ecosistema capace di fare in modo che questi progetti possano realizzarsi in concreto”.

 

BNL, Munari: "Noi possiamo imparare moltissimo dalla cultura del merito francese"

VIDEO - BNL, Munari: "Noi possiamo imparare moltissimo dalla cultura del merito francese"

Andrea Munari, Presidente di BNL Gruppo BNP Paribas, in occasione dell'iniziativa "Dialoghi italo-francesi per l'Europa", è intervenuto a Il Giornale d’Italia: "Racconto sempre che durante la crisi del 2008-2009 guidavo un team molto coinvolto nei rischi. E quelli che erano letteralmente saltati, erano proprio i fisici teorici: loro guardavano il modello, il modello dice questo, deve essere così. E invece non è così. Noi siamo sempre attenti a prendere professionalità di natura completamente diversa. L’importante è metterle a lavorare insieme, non creare dei nuclei che si occupano solo di una cosa, per esempio risorse umane ecc., ma metterle a lavorare su cose più tecniche, quindi vedere una cosa con occhi diversi. Questo è positivo. Credo anche che, ultimamente, ci sia dato molto spazio alle scienze comportamentali in generale, anche a livello economico. Io esco preoccupato da qui, perché vedo un ottimismo straordinario e quindi da uomo di mercato uno dice sempre che quando tutti vanno in una direzione, è meglio cominciare a muoversi diversamente".

"Cos’è che mi fa rimanere ottimista in realtà? L’occasione di una generazione che ha avuto moltissimo e che deve pensare a dare indietro di nuovo. E qui ci sono tante cose nel piano e nella cultura francese. Io ho la fortuna di lavorare per un gruppo francese, passo parecchio tempo in Francia e l’attenzione che c’è alla scuola, al modo in cui le persone vengono portate avanti e alla cultura del merito, noi possiamo imparare moltissimo da questo. E credo che, come italiani, abbiamo tantissime opportunità di lavorare insieme e creare qualcosa di straordinario che magari non vedremo noi però resterà”.

Luiss, Fabbrini: "Unione europea verso un livello di integrazione più alto"

VIDEO - Luiss, Fabbrini: "Unione europea verso un livello di integrazione più alto"

Sergio FabbriniDirettore del Dipartimento di Scienze Politiche LUISSprofessore di Politics and International Relations che insegna in un corso di Comparative Politics, in occasione dell'iniziativa "Dialoghi italo-francesi per l'Europa, si è espresso a Il Giornale d’Italia: "Il trattato del Quirinale è un trattato che rappresenta un grande successo nella diplomazia ma lascia aperto un ambito molto rilevante di azione politica. Dovrà essere riempito e questo riempimento avrà a che fare con il ruolo che l’Italia e la Francia, coinvolgendo la Germania, dovranno assumere per portare l’Unione europea verso un livello di integrazione molto più alto.

Sul fatto che in Europa si stanno creando più alleanze formali, dichiara: "In Europa vi sono sempre di più alleanze informali basate non su trattati espliciti che, tuttavia, hanno una forte valenza operativa. Facevo l’esempio dei cosiddetti paesi frugali che hanno l’abitudine di incontrarsi  nella Lega anseatica e prima ancora che questi paesi, a parte i Paesi Bassi, facevano parte di un’organizzazione, la European Free Trade Agreement, che era alternativa all’Unione europea, oppure penso ai paesi dell’est dell’Europa, il cosiddetto Gruppo di Visegrad, che già dal 1991 si incontra regolarmente per affrontare i temi europei. Avere un rapporto più strutturato tra Italia, Francia e possibilmente Germania, può aiutare a riequilibrare le spinte centrifughe e a rafforzare il progetto europeo".

L'ambasciatore francese Masset: "Italia e Francia più vicine per dare più forza all’Europa"

VIDEO - L'ambasciatore francese Masset: "Italia e Francia più vicine per dare più forza all’Europa"

Christian Massetambasciatore francese a Roma, in occasione dell'iniziativa "Dialoghi italo-francesi per l'Europa”, ha asserito a Il Giornale d’Italia: “Il messaggio del Ministro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian è stato un messaggio di riconoscimento per l’azione compiuta dagli ideologi che hanno contribuito a questo evento storico che è la firma del trattato. Quello che ha detto il Ministro è la correzione di un’anomalia in cui due paesi così vicini non hanno una carta comune. Ci ha mostrato, poi, quanto essere più vicini e più forti sia un modo per dare più forza all’Europa”

Per quanto riguarda la pandemia, se abbia trasformato o migliorato in qualche modo i rapporti intraeuropei, si è espresso così: “Penso che abbia aumentato la consapevolezza dell’importanza dell’Europa perché si è visto l’interdipendenza tra i paesi europei e gli europei. Quando un paese fa qualcosa, immediatamente bisogna far vedere cosa dobbiamo fare. L’Europa ha risposto bene alla pandemia, sulla questione della sanità e la salute perché c’è stato il coordinamento per quanto riguarda i controlli e la frontiera, la risposta comune sul vaccino in quanto noi siamo i paesi europei con il più alto livello di vaccinazione nel mondo, e ovviamente il debito comune che ha permesso di dare ai paesi più colpiti dalla pandemia i mezzi per il rilancio”.

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