06 Agosto 2021
Si è riunito oggi il Consiglio di Amministrazione di Masi Agricola S.p.A., società quotata nell’AIM Italia e tra i leader italiani nella produzione di vini premium, che ha approvato la relazione finanziaria semestrale consolidata al 30 giugno 2021.
Sandro Boscaini, Presidente di Masi Agricola, ha dichiarato: «Abbiamo chiuso il primo semestre 2021 con numeri in decisa crescita, nonostante la chiusura e le misure restrittive nell'HoReCa non ancora totalmente risolte e la rarefazione del turismo internazionale, che ci hanno molto penalizzati generando ricadute specialmente sulla distribuzione nei Duty Free e nelle metropoli. Risultati pertanto incoraggianti, anche se un fattore persistente è la limitata visibilità previsionale: un motivo in più per considerare il brand la nostra stella polare».
La pandemia da COVID-19 (c.d. “Coronavirus”) e le connesse misure di contenimento del contagio poste in essere nei diversi Paesi del mondo hanno ovviamente impattato in misura determinante sul business del Gruppo anche nel primo semestre 2021.
In particolare, dopo svariate fasi di lockdown e successive riaperture (peraltro parziali), possiamo notare che a tutt’oggi la c.d. HoReCa (canale distributivo prevalente per la Società) nei vari Paesi del mondo non ricomprende l’intera popolazione di punti distributivi pre-Covid, in quanto molti ristoranti non hanno riaperto e ancor più significative sono risultate le mancate riaperture nel comparto dell’hotellerie. Le grandi città, collegate al turismo leisure o di business e/o al lavoro di ufficio di alto profilo, soffrono ancora un drammatico calo di presenze. La necessità di adottare stringenti misure di profilassi limita infine le possibilità di lavorare a break-even per chi ha riaperto. Questo vale per il mercato in generale, ma a maggior ragione per la nostra azienda che nelle sue attività dirette verso il consumatore finale (Masi Wine Experience) non solo perde ricavi, ma anche profittabilità.
Il canale del Duty Free & Travel Retail, storicamente molto volumetrico per la nostra Società, soffre ancora il sostanziale azzeramento dei viaggi. Il c.d. offtrade, rappresentato per il Gruppo Masi dai monopoli e (in misura molto inferiore) dalla Grande Distribuzione Organizzata, ha mantenuto la sua operatività, pur se con un trend che risente dello shift del consumo di vini riorientato verso l’ HoReCa nel secondo trimestre 2021. L’online continua a conseguire incrementi di robusta significatività percentuale, anche se in numeri assoluti rappresenta una parte minoritaria della nostra route-to[1]market, così come per tutti i produttori di vini a marchio premium.
In questo scenario i Ricavi consolidati del primo semestre 2021 registrano una significativa crescita rispetto all’esercizio precedente, pari complessivamente al 35% circa. Il dato si presenta inferiore al primo semestre 2019 solamente dell’1,5% circa, pari a 460 migliaia di euro. Dal punto di vista geografico possiamo notare una buona performance dell’Italia, che consegue un +10,6% rispetto al 2019 beneficiando del rollout della strategia distributiva intrapresa negli ultimi esercizi nell’ottica di una sempre maggiore omnicanalità. Le Americhe crescono, sempre rispetto al 2019, del 7,7%, trainate dal Canada. Per quanto invece riguarda gli altri Paesi europei, calano di euro 1.894 migliaia sul 2019 (-15,7%), prevalentemente nel canale Duty Free & Travel Retail.
Come già commentato in occasione della pubblicazione dei dati contabili selezionati relativi al primo trimestre, si nota anche alla fine del primo semestre 2021 una maggiore incidenza dei Top Wines rispetto agli esercizi precedenti, in cui (2020 escluso, a causa dell’impatto-Covid sull’apertura dei canali distributivi) normalmente conseguivano una quota del 25% solo alla fine dell’esercizio, mantenendosi inferiori di circa due punti dopo i primi sei mesi. Esaminando l’aspetto della stagionalità occorre ricordare che generalmente negli ultimi esercizi pre Covid i secondi semestri hanno costantemente realizzato oltre la metà dei ricavi annui. Analisi dei risultati operativi e netti consolidati
L’EBITDA passa da euro 1.772 migliaia a euro 5.407 migliaia (EBITDA margin pari al 18,5%), sostanzialmente in linea con il primo semestre 2019 in termini sia di valore assoluto che di percentuale di incidenza sui ricavi:
a) il margine industriale lordo passa da euro 14.435 migliaia a euro 18.770 migliaia, con una riduzione percentuale (da 66,6% a 64,1%), ascrivibile essenzialmente al diverso mix-prodotto già in precedenza commentato;
b) i costi per servizi crescono da euro 8.746 migliaia a euro 9.651 migliaia, principalmente a fronte di: i) costi che, per natura o destinazione, sono correlati ai ricavi (ad. es. provvigioni, trasporti su vendite); ii) costi di carattere commerciale e/o di pubblicità e promozione connessi ad attività che nel primo semestre 2020 non sono state poste in essere a causa del lockdown;
c) i costi per il personale aumentano da euro 3.954 migliaia a euro 4.469 migliaia (sostanzialmente in linea con il primo semestre 2019) per effetto dei minori ammortizzatori sociali utilizzati nel periodo;
d) gli altri ricavi e proventi incrementano da euro 191 migliaia a euro 924 migliaia, principalmente per maggiori contributi OCM, essendo a loro volta aumentate le attività agevolabili (rientranti tra i costi per servizi, v. sopra).
L’EBIT migliora, passando da una perdita di euro 198 migliaia a euro 3.327 migliaia, dopo aver spesato ammortamenti e svalutazioni per euro 2.079 migliaia.
Proventi e oneri finanziari, proventi e oneri da partecipazioni, utili e perdite su cambi: passano da un onere netto di euro 131 migliaia a un onere netto di euro 346 migliaia, essenzialmente per effetto cambi.
Il risultato netto consolidato risulta quindi un utile di euro 2.147 migliaia, contro una perdita di euro 552 migliaia dei primi sei mesi 2020 e un utile di euro 1.730 migliaia alla fine dei primi sei mesi 2019.
Situazione patrimoniale e finanziaria
L’indebitamento finanziario netto consolidato3 al 30 giugno 2021 ammonta a euro 6.273 migliaia, contro euro 6.442 migliaia al 31 dicembre 2020 ed euro 9.259 migliaia al 30 giugno 2020.
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