10 Luglio 2021
Non tutto è oro nel post Covid. La ripartenza economica e l'allentamento delle restrizioni portano con sé anche i primi nuovi licenziamenti. E nel caso di una grossa azienda straniera attiva in Toscana ci sono delle polemiche per il modo in cui si è arrivati a questi licenziamenti. La vicenda è quella della Gkn Driveline di Firenze che ha avviato la procedura di licenziamento collettivo per tutti i suoi 422 lavoratori a tempo indeterminato.
La Gkn è una fabbrica ex Fiat ora di proprietà di un fondo statunitense. La società ha motivato la sua decisione con la situazione del mercato automobilistico e la contrazione dei volumi e della domanda che gli operatori del settore considerano avviata verso un trend ribassista generalizzato, trend amplificato dalla pandemia e dai processi di cambiamento che l'emergenza sanitaria ha scatenato.
Secondo la Gkn il trend negativo ha mostrato un carattere strutturale e irreversibile e la struttura organizzativa del gruppo appare "non più sostenibile". Da qui la decisione dolorosa: la sede e il sito produttivo di Campi Bisenzio saranno chiusi e gli esuberi sono strutturali. Secondo l'azienda, non ci sono le condizioni per ricorrere agli ammortizzatori sociali per la totale cessazione dell'attività.
La vicenda ha subito scatenato la rabbia dei sindacati, con la Fim che critica l'azione della GKN anche perché la comunicazione è arrivata solo "per pec, senza nessun preavviso, nemmeno alla Confindustria". I lavoratori sono in assemblea permanente. Non è il primo colpo per il territorio fiorentino, dopo quanto accaduto alla Electrolux di Scandicci e alla Bekaert di Figline Valdarno". Diversi esponenti politici sono intervenuti per criticare la decisione dell'azienda (che ha uno stabilimento anche a Bolzano). Sia dal centrosinistra con il Pd ma anche dal centrodestra con la Lega.
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