15 Dicembre 2025
Bettina Orlopp, Amministratrice delegata di Commerzbank
L’ipotesi di una scalata di Unicredit a Commerzbank trova una netta opposizione da parte del vertice dell’istituto tedesco. In un’intervista concessa al quotidiano Die Welt, la ceo Bettina Orlopp ha escluso che un’eventuale acquisizione possa creare valore alle condizioni attuali, nonostante la banca italiana detenga già il 26% del capitale e possa salire fino al 29,9%, una soglia che rafforza il peso dell’azionista italiano senza tradursi automaticamente in un’operazione di controllo. "Una transazione non è un fine in sé", ha spiegato Orlopp, sottolineando come le sinergie ipotizzate appaiano in larga parte teoriche e bilanciate da sovrapposizioni operative e da elevati rischi di esecuzione. Una posizione che raffredda le aspettative di mercato e rimette al centro il tema dell’indipendenza strategica della seconda banca tedesca.
La ceo di Commerzbank ha chiarito che i contatti con Unicredit rientrano nel normale dialogo con un investitore rilevante. Nessuna trattativa riservata, nessuno scambio di informazioni privilegiate: se un’offerta formale dovesse arrivare, sarebbe valutata dal consiglio di amministrazione, ma fino ad allora la banca tedesca non intende aprire un negoziato. In questa fase, ha ribadito Orlopp, l’iniziativa resta interamente nelle mani di Andrea Orcel.
Dopo una lunga fase segnata da indiscrezioni e speculazioni, il management rivendica un ritorno alla normalità. Il mantra scelto è “keep calm and carry on”, accompagnato da una comunicazione costante verso clienti e dipendenti. I risultati finanziari definiti “brillanti” e l’aggiornamento rapido della strategia dopo il cambio al vertice consentono a Commerzbank di affrontare il contesto da una posizione di forza, pur senza poter chiudere definitivamente l’incertezza legata alla presenza di Unicredit nel capitale.
Alle critiche di chi considera Commerzbank troppo piccola nel confronto globale, Orlopp risponde con una visione di lungo periodo. Il consolidamento bancario europeo può avere senso solo a condizioni precise: completamento dell’unione bancaria, regole armonizzate su capitale e liquidità, infrastrutture digitali comuni. In assenza di questi presupposti, le barriere nazionali restano un ostacolo, per lo più in un contesto in cui pesa anche la posizione prudente del governo tedesco, tradizionalmente attento agli equilibri del sistema bancario nazionale. In particolare, una fusione con baricentro in Germania dovrebbe tenere conto del ruolo del Mittelstand, poco incline ad accettare che le decisioni di credito vengano prese al di fuori del contesto economico tedesco.
La strategia di sviluppo è ancorata all’economia reale: transizione energetica, digitalizzazione e infrastrutture. Le insolvenze sono in aumento, ma restano sotto controllo grazie a politiche prudenziali e accantonamenti conservativi, anche nel comparto immobiliare. L’obiettivo di un ritorno sul capitale del 15% entro il 2025 resta ambizioso, ma il management rivendica una crescente credibilità, con target inizialmente fissati al 2030 e poi anticipati al 2028.
Dal lato italiano, Andrea Orcel riconosce le resistenze del management e del governo di Berlino, considerato uno stakeholder cruciale. Per questo Unicredit non ha fretta: le opzioni put sul titolo Commerzbank offrono una copertura efficace e mantengono aperti margini di manovra. La partita, insomma, resta aperta, ma si gioca su tempi lunghi e in un contesto politico e regolatorio tutt’altro che favorevole a un’accelerazione immediata. Orlopp rivendica una leadership fondata sulla condivisione e sulla continuità operativa, sottolineando che in una fase complessa la normalità va costruita giorno per giorno.
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