Volkswagen, dal 16 dicembre chiuderà l’impianto tedesco di Dresda attivo dal 2002; espansione in Spagna con l’auto elettrica

A Dresda Volkswagen chiude il suo primo impianto tedesco, ma si espande in Spagna sull’elettrico. Per la prima volta in 88 anni, l’azienda fermerà definitivamente (da martedì 16 dicembre) una linea produttiva in Germania, mentre parallelamente rafforza la propria strategia sull’auto elettrica puntando sulla penisola iberica come nuovo baricentro della crescita nel segmento delle piccole vetture a batteria.

Motivazioni della chiusura

Vendite deboli in Cina, domanda europea sotto le attese e l’impatto dei dazi statunitensi stanno mettendo sotto stress i flussi di cassa. A chiudere è lo stabilimento di Dresda, simbolo per anni dell’innovazione e, più recentemente, della transizione elettrica del gruppo. La produzione si fermerà dopo martedì, in un contesto di forte pressione sui conti del costruttore Come ricorda il Financial Times, la decisione rientra in una più ampia revisione delle priorità industriali e finanziarie del gruppo, impegnato a ridurre capacità produttiva e costi in Germania.

Dresda, attiva dal 2002, ha prodotto meno di 200 mila veicoli in oltre vent’anni, forte differenza rispetto a grandi impianti del gruppo come Wolfsburg. Il sito era diventato negli ultimi anni uno dei simboli dell’elettrificazione Volkswagen grazie alla produzione della ID.3.  

Il sito riconvertito e affittato dall’Università Tecnica della città

L’impianto sarà affittato all’Università Tecnica di Dresda per creare un campus di ricerca su intelligenza artificiale, robotica e semiconduttori. Volkswagen e l’ateneo investiranno circa 50 milioni di euro in sette anni, mentre il gruppo continuerà a utilizzare parte della struttura per le consegne ai clienti e per attività turistiche.

Quello a cui vuole arrivare è un ridimensionamento concordato con i sindacati, che prevede fino a 35 mila esuberi in Germania per il marchio Volkswagen. Una scelta definita “essenziale dal punto di vista economico” dal management, anche alla luce della revisione al ribasso del piano di investimenti: circa 160 miliardi nei prossimi cinque anni, contro i 180 miliardi previsti nel periodo 2023-2027. Inoltre, il gruppo deve fare i conti con una vita più lunga del motore endotermico, che richiede nuovi investimenti sulle tecnologie a benzina proprio mentre prosegue la transizione verso l’elettrico.

Strategia rafforzata in Spagna, nuovo edificio a Martorell

A sud dei Pirenei Volkswagen apre una nuova fase di espansione. Secondo Les Echos, il gruppo ha scelto la Spagna - e in particolare lo stabilimento Seat-Cupra di Martorell, vicino a Barcellona - come nuovo “epicentro” della prossima offensiva nel mercato delle citycar elettriche. A partire dal prossimo anno, l’impianto catalano produrrà due piccole auto elettriche, tra cui la molto attesa ID.Polo, rafforzando il peso strategico del sito all’interno del sistema industriale del gruppo.

Martorell è stato recentemente dotato di un nuovo edificio dedicato all’assemblaggio delle batterie. Qui Volkswagen punta a combinare volumi, costi più competitivi (grazie a prezzi dell’energia più bassi e stipendi non comparabili a quelli tedeschi) e integrazione verticale, in un segmento - quello delle utilitarie elettriche - considerato cruciale per la diffusione di massa della mobilità a zero emissioni in Europa ma su cui i costruttori occidentali faticano ancora a fare margini.