04 Marzo 2021
L’Italia è un paese dove aumenta sempre più la povertà assoluta. A lanciare l’allarme le stime preliminari dell’Istat, che segnalano come dati così negativi non si segnalavano addirittura dal 2005. I valori dell’incidenza della povertà assoluta raccontano di una crescita sia in termini familiari (da 6,4% del 2019 al 7,7%), con oltre 2 milioni di famiglie, sia in termini di individui (dal 7,7% al 9,4%) che si attestano a 5,6 milioni.
La pandemia, in un colpo solo, ha cancellato tutti i miglioramenti registrati nel 2019. Dopo 4 anni consecutivi di aumento, si erano infatti ridotti in misura significativa il numero e la quota di famiglie e di individui in povertà assoluta, pur rimanendo su valori molto superiori a quelli precedenti la crisi del 2008.
Secondo le stime preliminari, nel 2020 le famiglie in povertà assoluta sono oltre 2 milioni (il 7,7% del totale, da 6,4% del 2019, +335mila) per un numero complessivo di individui pari a circa 5,6 milioni (9,4% da 7,7%, ossia oltre 1milione in più rispetto all'anno precedente).
Nel 2020 si è registrato un calo record della spesa per consumi delle famiglie: è quanto si evince dalle stime preliminari Istat pubblicate da Statistica today . L'aumento della povertà assoluta si inquadra nel contesto di un calo record della spesa per consumi delle famiglie. Secondo le stime infatti, nel 2020 la spesa media mensile torna ai livelli del 2000 (2.328 euro; -9,1% rispetto al 2019). Rimangono stabili solo le spese alimentari e quelle per l'abitazione mentre diminuiscono drasticamente quelle per tutti gli altri beni e servizi (-19,2%).
I dati dicono anche che, sebbene il Mezzogiorno resti l’area dove la povertà assoluta è più elevata (9,3%), il Nord non è più così ricco e, ne 2020, l’indice di povertà delle regioni settentrionali del Paese è balzato dal 5,8 del 2019al 7,6%. Nel centro Italia le famiglie “assolutamente” povere sono il 5,5%.In generale l'incidenza di povertà assoluta, spiega l'Istat, cresce soprattutto tra le famiglie con persona di riferimento occupata (7,3% dal 5,5% del 2019). Si tratta di oltre 955mila famiglie in totale, 227mila famiglie in più rispetto al 2019. Tra queste ultime, oltre la metà ha come persona di riferimento un operaio o assimilato (l'incidenza passa dal 10,2 al 13,3%), oltre un quinto un lavoratore in proprio (dal 5,2% al 7,6%).
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