28 Febbraio 2024
Biennale di Venezia, fonte: LaPresse
Alla Biennale di Venezia 2024 va in scena la prima polemica. 8mila artisti hanno chiesto l'esclusione di Israele. "È inaccettabile ospitare uno Stato impegnato nelle atrocità in corso contro i palestinesi a Gaza. No al Padiglione del Genocidio alla Biennale”, si legge in una lettera indirizzata alla Fondazione.
La Biennale di Venezia 2024 che si aprirà in Laguna il 20 aprile promette di dare campo alle polemiche. La prima riguarda il conflitto in Medioriente. "Mentre il mondo dell’arte si prepara a visitare il diorama dello stato-nazione ai Giardini affermiamo che è inaccettabile ospitare uno Stato impegnato nelle atrocità in corso contro i palestinesi a Gaza", affermano in una lettera artisti, istituzioni ed enti culturali.
I promotori dell'iniziativa ricordano che "la richiesta di riconoscimento delle atrocità commesse dai partecipanti non sono senza precedenti". Dal 1950 al 1968 a causa della diffusa condanna globale e degli appelli al boicottaggio, il Sudafrica dell'Apartheid fu scoraggiato dall'esporre e messo da parte quando la Biennale assegnò gli spazi. Il Sudafrica non fu riammesso fino all'abolizione del regime dell'apartheid nel 1993".
"Nel 2022 – si legge nella lettera – la Biennale ha condannato l'inaccettabile aggressione militare da parte della Russia, che includeva la dichiarazione di rifiutare qualsiasi forma di collaborazione con coloro che hanno compiuto o sostenuto un atto di aggressione così grave".
La Biennale sarebbe complice del suo "silenzio sulle atrocità di Israele contro i palestinesi. Siamo sconvolti da questo doppio standard. Qualsiasi lavoro che rappresenti ufficialmente lo Stato di Israele costituisce un'approvazione delle sue politiche genocide. Non esiste libera espressione per i poeti, gli artisti e gli scrittori palestinesi assassinati, messi a tacere, imprigionati, torturati"
Così il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano: "È inaccettabile, oltre che vergognoso, il diktat di chi ritiene di essere il depositario della verità e con arroganza e odio pensa di minacciare la libertà di espressione".
La Biennale, ha dichiarato il ministro della Cultura, "sarà sempre uno spazio di libertà, incontro e dialogo e non uno spazio di censura e intolleranza".
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