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Luca Goldoni compie novantaquattro anni: "Ricordo i nostri giorni insieme..."

Il 23 febbraio 2022 Luca Goldoni ha compiuto novantaquattro anni. Lo festeggio riproponendo le righe che ho scritto il trascorso 17 aprile 2021 con riferimento alla nostra Amicizia e collaborazione, mio ‘Fratello maggiore’ quale è stato ed è

24 Febbraio 2022

Luca Goldoni compie novantaquattro anni: "Ricordo i nostri giorni insieme..."

Fonte: twitter

Luca Goldoni
Lo scorso 17 aprile ho compiuto settantasette anni (ventottomilacentoventiquattro i giorni a quella data da me vissuti).
Ricordo i nostri viaggi in macchina.
Guidavi.
Io ti chiedevo dell’universo mondo.
E tu mi spiegavi la Vita!”, questo il messaggio che Luca Goldoni per la circostanza mi ha inviato.

Va il riferimento agli anni 2002/2006, allorquando,
quasi avessimo messo in attività una ‘compagnia di giro’, presentavamo insieme le nostre produzioni letterarie qua e là per il Paese e in Svizzera.
Certo, Luca era l’attrattiva vera perché pochi conoscevano (e conoscono ancor meno oggi essendo vie più lontana) la mia attività di ‘Gran Pignolo’ sul Foglio (qualcuno, forse, con buona memoria, in più per via di Panorama?) e per conseguenza il mio nome.
Ben ricordo la volta che, a Saturnia, seduto per caso proprio sotto una locandina appesa al muro che annunciava per la sera una nostra performance con queste iniziali parole: “Luca Goldoni, presentato da Mauro della Porta Raffo, parlerà…”, sentii due ospiti dell’hotel chiedersi “Ma chi è Mauro della Porta Raffo?”, al che parecchio mi divertì poterli sorprendere, alzandomi e dicendo: “Sono io!”

Davvero eccezionale la consonanza tra noi trovata.
Incredibile poi ove si guardi ai nostri primissimi, aspri, scontri, dei quali narrerò fra poco.
Attitudine che portammo allora avanti fino al punto di ideare e realizzare insieme un’opera che fu tra le finaliste del Premio Bancarella Sport nel 2005.
Intitolata ‘La prima squadra non si scorda mai’ - immaginata mentre vedevamo la finale Champion’s del 2003 vinta ai rigori dal Milan sulla Juventus - raccoglieva le confessate passioni calcistiche di una notevole sfilata di intellettuali, giornalisti, attori, persone di cinema altre, sportivi, fotografi, personaggi ancora vari elencando, non solamente italiani.

Benché, penna straordinariamente acuta, quanto al costume sia stato un osservatore divertente e divertito, non vanno dimenticati di Luca Goldoni i notevoli pregressi quale inviato sia in sede di guerra (rischiò la vita in Biafra) che nel dopo invasioni.
Mi riferisco qui a questo secondo riguardo in particolare alla Praga occupata dalle truppe del Patto di Varsavia nel 1968.
Impegnato a sera a trasmettere al Resto del Carlino le cronache giornaliere, si trovava senza linea telefonica ogni qual volta riferiva comportamenti che gli occupanti non desideravano fossero resi noti.
La soluzione venne da Egisto Corradi, grande ed esperto nel mestiere come pochi.
“Al Carlino”, chiese, “ci sarà qualcuno come te di Parma.
Te lo fai passare e gli detti l’articolo nel vostro dialetto.
Più stretto che puoi.
Nessuno di quelli che ascoltano e intervengono ci capirà qualcosa e potrai dire quello che ti pare”.
Ovviamente, non era quella la soluzione definitiva, ma per qualche quarantotto ore funzionò.

Come detto, al Carlino, Luca era molto apprezzato dall’allora direttore Giovanni Spadolini.
Occorse che questi fosse chiamato nel 1968 a condurre il Corriere della Sera.
E che per conseguenza non molto dopo chiedesse a Goldoni di lavorare, quale inviato che ancora era, per quella vera, autorevole, corazzata.
Necessario però il suo trasferimento a Milano.
Facendo arrabbiare non poco il futuro Presidente del Consiglio e poi del Senato, Luca rifiutò adducendo il fatto di avere appena comprato casa nel capoluogo felsineo e di avere colà un magnifico terrazzo.
Mandato in quel momento a quel paese, fu qualche giorno dopo raggiunto da una telefonata che gli diceva “Tieniti quel terrazzo benedetto.
Avrai base a Bologna!”
Sarà poi proprio Spadolini a far pubblicare il primo articolo di costume del Nostro (trattava dei Blue jeans con arguzia) e a spianargli la strada che lo porterà a scrivere valanghe di attenti, acuti, articoli e libri di enorme successo.


I nostri impervi precedenti.

Grande penna Luca Goldoni, come ognun sa (sapeva invero, i giovani oggi, purtroppo, avendone poca se non nulla contezza).
Grande in pagina.
Ma quella volta, d’estate, direi nel 1999 o nel 2000, sul Corriere della Sera, carente quanto alla sostanza del fatto narrato.
Ricordava di avere assistito (ed è cosa effettivamente memorabile, tanto da essere stato da allora quel confronto definito ‘fight of the century’) al Madison Square Garden di New York al celeberrimo match per il titolo mondiale dei pesi massimi Muhammad Ali/Joe Frazier, datato 8 marzo 1971.
Ricordava e scrisse che la cintura in palio apparteneva ad Ali/Clay e che il già olimpionico del South Carolina (la ‘farfalla’ era invece del Kentucky) fosse lo sfidante.
Lo percossi violentemente per questo sul Foglio, in una delle temutissime ‘Pignolerie’.
Questo perché la situazione era esattamente l’opposta: ‘Smokin Joe’ deteneva ufficialmente la corona e ‘il labbro di Louisville’ (anni prima privato del titolo e squalificato per le sue posizioni quanto in specie alla Guerra del Vietnam in atto) la pretendeva.
Arrivò Luca nella circostanza e in conseguenza della mia pubblica denuncia a sentirsi violato e a replicare con forza il giorno successivo sul quotidiano di via Solferino dandomi del “topo di biblioteca” e, lo si evinceva, a fatica trattenendosi dal definirmi “sciacallo” tout court.
Trascorsi un paio d’anni o forse tre, e comunque dopo gli attacchi alle Twin Towers dell’11 settembre 2001, un amico varesino chiede se mi avrebbe fatto piacere condurre una serata al lume di fiaccola in un castellaccio in mezza rovina nei nostri pressi per presentare Luca Goldoni e il romanzo ‘Il sopravvissuto’ che proprio gli accadimenti terroristici nuovaiorchesi in specie gli avevano ispirato.
Dissi di sì, avvertendolo che probabilmente ad avere problemi sarebbe stato Goldoni.
Com’è, come non è, l’incontro, dopo una bella cena chiarificatrice, ebbe luogo e andò benissimo.
Fu allora che scoprimmo le nostre notevoli consonanze che si propagano in varie, infinite?, direzioni.
Col tempo, come ho narrato, operando e divertendoci assieme, siamo arrivati alla più profonda amicizia.
Luca è altresì stato ospite in diverse occasioni dei miei Salotti varesini e di frequentatissime conferenze nel Varesotto vero, quello che volge al Maggiore.
Fra i mille argomenti sviscerati testa a testa confrontandoci, va detto a chiudere qualcosa a proposito delle nostre convinzioni concernenti il diritto di voto.
Concordiamo assolutamente sul fatto che sia folle venga concesso a tutti e poi solo in ragione del raggiungimento di una certa età.
Pazzesco.
Capitò durante uno dei viaggi in macchina ai quali Luca ha rimandato nella frase citata nelle prime righe di questa narrazione oramai al termine che ognuno dei due escludesse questa o quella categoria di persone: i tatuati, i tifosi, gli imbecilli, naturalmente tutti i delinquenti, e via scovando.
Ci accorgemmo infine che le uniche due persone alle quali il diritto assolutamente spettava eravamo noi.
Insormontabile però e allora il problema relativo al governo della Nazione perché Luca è di sinistra ed io di destra.
Non c’è maggioranza!

Ciao, caro ‘fratello mio maggiore’.
Ciao.
E grazie,
Mauro

Di Mauro della Porta Raffo 

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