07 Dicembre 2025
Lady Macbeth (CC BY 2.0 generico, creative commons https://creativecommons.org/licenses/by/2.0/)
“Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk” di Dmitrij Šostakóvič, scelta per la Prima della Scala 2025, fu censurata da Stalin nel 1936 in quanto giudicata “volgare” e “pornofonica”, ossia eccessivamente cruda e sensuale. Al centro della trama c'è la storia di Katerina L’vovna Izmajlova, giovane moglie infelice di un mercante russo, che intreccia una relazione con il servo Sergej. Insieme a lui diventa protagonista di una spirale di delitti. Dopo l’omicidio del suocero e del marito, viene deportata in Siberia dove, tradita e sola, si toglie la vita gettandosi in un fiume.
L’opera “Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk” debuttò nel 1934 a Leningrado e Mosca con enorme successo internazionale. La sera del 26 gennaio 1936, il leader sovietico Josif Stalin si recò al Teatro Bol’šoj di Mosca per vedere lo spettacolo. Tuttavia, prima della fine della rappresentazione, lasciò il teatro apparve visibilmente irritato.
Due giorni dopo, sulla Pravda, l’organo di partito dell’URSS, apparve un editoriale anonimo intitolato “Caos invece di musica”, che bollava l’opera come "volgare", “sfacciata” e “disonesta”. Seppur non redatto da lui direttamente, l’articolo ricevette l’approvazione di Stalin. Il regime interpretò le scene di adulterio e violenza come immorali e politicamente pericolose, accusando Šostakóvič di corrompere il pubblico con una musica “rumorosa” e “sensuale”. L'opera fu anche definita "pornofonica", ossia caratterizzata da eccessiva crudeltà e sensualità. Da quel momento Lady Bacbeth sparì dai teatri sovietici per circa trent’anni e il compositore fu costretto a rivedere il suo stile, adottando un linguaggio più conforme alle direttive del realismo socialista.
La vicenda, tratta dalla novella di Nikolaj Leskov, racconta la storia di Katerina L’vovna Izmajlova, giovane moglie di un mercante russo. Intrappolata in un matrimonio sterile e oppressa dal suocero tirannico, Katerina intreccia una relazione passionale con il servo Sergej. La passione si trasforma presto in violenza: con la complicità dell’amante, Katerina avvelena il suocero e uccide il marito. Ma la spirale di sangue non si ferma: altri delitti seguono, fino alla deportazione in Siberia. Qui, tradita da Sergej e abbandonata da tutti, Katerina si suicida gettandosi in un fiume, chiudendo la sua parabola tragica in un gesto disperato.
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