28 Dicembre 2021
Fonte: Wikipedia
La serie televisiva in onda su Canale 5 da martedì 28 dicembre 2021 ha riacceso l'attenzione sulla principessa Sissi, Elisabetta Amalia Eugenia di Wittelsbach di Baviera: ecco chi era veramente. L'imperatrice d'Austria, regina apostolica d'Ungheria, regina di Boemia e di Croazia non è stata, infatti, la semplice "moglie di" Francesco Giuseppe d'Austria. Cresciuta in campagna, libera da vincoli sociali e di comportamento normalmente imposti alla nobiltà mitteleuropea, era famosa per non sopportare particolarmente la disciplina di corte a Vienna. Anzi, odiava profondamente la corte e le anguste pareti dei palazzi in cui, per tanto tempo, è stata rinchiusa. Inoltre era insofferente alle politiche imperiali e alle condizioni di vita dei popoli sottoposti alle autorità dell'Impero austro-ungarico.
Elisabetta Amalia Eugenia di Wittelsbach, di fatto, è considerata, l'ultima imperatrice dell'impero D'Austria, uno degli ultimi simboli di un mondo che stava cambiando. Sissi, un po' come Cecco Beppe (il nomignolo con cui spesso si ricorda Francesco Giuseppe) era molto amata dal popolo, e non solo dal popolo austriaco. Protettrice delle più svariate minoranze di cui era composto l'impero Austro-Ungarico, Sissi non era però molto bene vista a corte. Perfino da sua suocera, la quale avrebbe preferito, per suo figlio, la sorella della stessa Elisabetta. Ma, a quanto si dice, tra Francesco Giuseppe e Sissi fu amore a prima vista.
Fin dal suo primo ingresso a Vienna però, la principessa si mostrò insofferente alla vita di corte, tanto da sviluppare quella che secondo alcuni esperti fu una forma di anoressia nervosa. I sintomi del suo malessere si acuirono soprattutto dopo la morte della primogenita, Sofia, avvenuta dopo un viaggio in Ungheria nel quale la Sissi aveva fortemente voluto la presenza delle figlie. Fu peraltro durante questi viaggi di rappresentanza che l'imperatrice si rese conto dello scarso affetto provato dalle popolazioni dell'impero nei confronti della resa regnante. Un sentimento che sarebbe stato poi l'innesco per la Seconda guerra d'indipendenza italiana, che finì per consegnare la Lombardia al Regno di Sardegna deponendo al contempo le ultime monarchie asburgiche autonome italiane, quella del Granducato di Toscana e quella del Ducato di Modena e Reggio.
Il 1879 sembra essere un anno relativamente sereno per Sissi, che il 24 aprile festeggiò le nozze d'argento assieme al suo Francesco Giuseppe. Una parentesi che sarebbe però finita presto, chiudendosi con una serie di lutti che avrebbero minato definitivamente la psiche dell'imperatrice d'Austria. Nel 1886 morì infatti il cugino re Ludwig di Baviera, seguito due anni dopo dal padre, il duca Massimiliano Giuseppe in Baviera. È però nel 1889 che avviene la vera tragedia, con il suicidio del figlio Rodolfo, uno maschio ed erede al trono dell'impero.
Stando alla leggenda, dal giorno della morte dell'amato figlio - avvenuta il 30 gennaio - l'imperatrice Sissi decise di vestirsi sempre e solo di nero, fino alla fine dei suoi giorni. Nel tentativo di superare la depressione successiva al lutto, Sissi riprese a viaggiare per l'Europa evitando però allo stesso tempo la vita di corte e le apparizioni pubbliche ufficiali. L'ultima al fianco del marito Francesco Giuseppe avvenne nel 1896, in occasione del millenario della fondazione dell'Ungheria.
Ormai sempre più infelice e isolata, Sissi trovò la morte il 10 settembre del 1898 a Ginevra, per mano dell'anarchico italiano Luigi Luchéni. Alle ore 13:35, mentre stava per prendere un battello diretta a Montroeux, venne colpita in pieno petto da Luchéni, che le trafisse il cuore con una lima affilata. Non resasi immediatamente conto di quanto fosse successo, l'imperatrice ebbe la forza di raggiungere il battello, per poi perdere i sensi tra le braccia della contessa Sztáray. Ricondotta in albergo, l'imperatrice morì un'ora più tardi senza mai riprendere conoscenza. Aveva appena 60 anni.
Secondo quanto emerse dall'autopsia, la lima che trafisse Sissi aveva perforato il ventricolo sinistro, causando la morte della principessa per emorragia interna. Sul luogo dell'attentato è oggi presente una placca commemorativa che ne ricorda la morte. A seguito del gesto Luigi Luchéni fu condannato all'ergastolo, morendo in carcere nel 1910. Quando gli vennero chieste le motivazioni dell'omicidio, sembra che l'italiano rispose: "Perché sono anarchico. Perché sono povero. Perché amo gli operai e voglio la morte dei ricchi".
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