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Grimaldi, naufragio Olympia, a rischio processo AD Pacella e altri 16; ipotizzati reati dal depistaggio al tentativo di corruzione e inquinamento

Gli inquirenti: "Ritardi, omissioni, menzogne e biglietti di partite e varie utilità offerti per ammorbidire le indagini in Grecia" sul naufragio costato la vita ad almeno 11 persone; udienza l'11 febbraio

15 Novembre 2025

Naufragio Olympia, foto Guardia Costiera

Naufragio Olympia, foto Guardia Costiera

Grimaldi, naufragio Euroferry Olympia, la Procura di Roma chiede il rinvio a giudizio per l'AD Diego Pacella e altre 16 persone. Le ipotesi di reato vanno dallo smaltimento illecito di rifiuti al depistaggio ed tentativo di corruzione internazionale. A riportarlo il Fatto Quotidiano.

Il naufragio

Nella notte tra il 17 e il 18 febbraio 2022 il Ro-Ro Pax battente bandiera italiana Euroferry Olympia di proprietà di Grimaldi Euromed, il cui AD è Diego Pacella, si trovava in navigazione dal porto greco di Igoumenitsa a quello italiano di Brindisi con a bordo 239 passeggeri dichiarati e 51 membri dell’equipaggio.

Ro-Ro Pax è un termine tecnico che indica quella tipologia di vettori marini misti, che trasportano cioè passeggeri e mezzi su gomma, in genere auto autorticolati adibiti a trasporto merci su cui fin troppo spesso si nascondono clandestini che cercano di raggiungere il continente europeo oppure trovano posto merci non dichiarate, anche altamente infiammabili. 

Durante la navigazione, nei pressi di Corfù, in uno dei garage, quello n. 2, si innesca l'incendio che farà morti e feriti. 

Le vittime accertate dalle autorità sono 11, 12 contando il bimbo portato in grembo da una passeggera che abortirà. Di 9 non verranno mai trovati i corpi, sarebbero tutti conducenti che avrebbero dormito a bordo dei propri mezzi. Una decina i feriti dichiarati. Impossibile stabilire se a bordo, come ipotizzato dagli inquirenti, vi fossero clandestini.

Come da prassi, sul naufragio viene aperta un'inchiesta sia dalla magistratura italiana che dagli inquirenti greci. 

I precedenti

Gli addetti del settore marittimo colgono subito la tragica similitudine con la vicenda del ro-ro Norman Atlantic del 2014, sulla medesima rotta e in circostanze simili, con un incendio partito da uno dei garage. Allora furono 10 le vittime accertate, di tutte non sono mai più stati ritrovati i corpi

Cinque anni prima, il 29 gennaio 2009, a poche miglia marine da Genova, un incendio divampato nei garage aveva costretto a rientrare la nave Tirrenia “Athara” in navigazione per Porto Torres: le indagini dell'epoca evidenziarono la presenza di vapori infiammabili provenienti da carichi pericolosi non dichiarati.

"Ritardi, menzogne e depistaggi" 

Per le pm Clara De Cecilia e Alessandra Fini, coordinate dall’aggiunto Antonino Di Maio, le fasi del naufragio sarebbero state caratterizzate da condotte tali da sostanziare reati, ritenuti dolosi, da cui le vittime: non si tratta dunque di omicidi colposi, ma di morti in conseguenza di altri reati, che secondo l’accusa sarebbero dolosi come riporta Il FattoQuotidiano precisando che sono diverse le contestazioni mosse a componenti di vario livello dell'equipaggio, compresi ritardi nella gestione dell'emergenza a bordo, violazioni nell'adozione delle norme di sicurezza e omissione di informazioni fondamentali per i soccorsi. Per questo motivo la Procura di Roma ha notificato una richiesta di rinvio a giudizio per 16 persone, accusate a vario titolo di incendio e naufragio. 

Per gli inquirenti inoltre le testimonianze sull'incidente rese da alcuni dipendenti della società armatoriale conterrebbero "menzogne". Otto di loro, in quanto pubblici ufficiali, sono stati pertanto iscritti nel registro degli indagati per depistaggio nell'ambito dell'inchiesta parallela in corso in Italia e in Grecia. 

Biglietti e varie utilità

È l'intercettazione da parte della capitaneria di Porto di una conversazione fra due uomini facenti capo alla Grimaldi, un dipendente ed un consulente esterno, che ha portato ad aprire un nuovo filone d'indagine: "In concorso tra loro – scrive la Procura di Roma – promettevano biglietti di partite sportive e altre utilità a pubblici funzionari della Grecia, anche appartenenti alla locale Guardia costiera e coinvolti nelle attività amministrative (per quanto attinente alla gestione del vincolo cautelare cui era stata sottoposta la motonave Euroferry Olympia) e investigative delegate dalla locale autorità giudiziaria (per quanto attinente alle indagini penali seguite al naufragio, incendio e morti accadute a seguito del predetto incidente) correlate all’incidente, al fine di ottenere forme favorevoli e agevolate di trattamento da parte di tali funzionari pubblici nella gestione delle indagini in quella sede. Con l’aggravante di avere commesso il fatto per occultare e ottenere l’impunità per i reati a loro contestati”. 

Da qui l'ipotesi di reato di corruzione internazionale.

Il ruolo dell'AD Pacella

Dopo l'incendio la nave andava "smaltita" e qui le indagini hanno avuto un'ulteriore svolta che coinvolge l'AD del Gruppo Grimaldi Diego Pacella, difeso dall’avvocato Paola Severino ex ministro della Giustizia, presidente della Scuola Nazionale dell’Amministrazione oltre che della Luiss School of Law e professore emerito di Diritto penale all’Università Luiss Guido Carli, di cui è stata, tra l'altro, vicepresidente, rettore e preside della facoltà di Giurisprudenza.

Per la Procura di Roma, in particolare, sarebbero state poste in essere manovre per eludere le normative europee sul riciclaggio dei rifiuti presentando domanda di dismissione della bandiera della nave da italiana a liberiana prima di traghettare il relitto dalla Grecia in un cantiere di smaltimento in Turchia. Per questo Pacella è "indagato per inquinamento".

L’udienza preliminare è stata fissata per il prossimo 10 febbraio.

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