11 Novembre 2025
Sono stati condannati anche dalla Corte di Appello di Napoli i due maggiorenni Pasquale Mosca e Giuseppe Varriale accusati di violenza sessuale e stupro di gruppo sulle cuginette aggredite, nel 2023, a Caivano, nel Napoletano. La sentenza è arrivata oggi, 11 novembre, direttamente dalla Corte di appello di Napoli, che ha così confermato e riformato, per i due imputati, sentenze emesse già in primo grado.
Pasquale Mosca e Giuseppe Varriale, che ora hanno rispettivamente 20 e 21 anni, erano infatti stati condannati, secondo sentenza di primo grado, a 13 anni e 4 mesi il primo, e a 12 anni e 5 mesi il secondo. La sentenza arrivò al termine di un processo fatto con rito abbreviato dinnanzi al giudice per l'udienza preliminare Mariangela Guida, del Tribunale di Napoli Nord. Ora però solo in un caso, per Pasquale Mosca, la Corte d'Appello ha confermato i 13 anni e 4 mesi perché considerato uno degli autori materiali delle violenze perpetrate contro le due cuginette. Per Giuseppe Varriale invece, la Corte ha deciso di riformare la sentenza riducendogli la pena a 8 anni e 8 mesi. Secondo la ricostruzione della terribile violenza, a differenza di Mosca, Varriale contribuì agli abusi ma in maniera "meno rilevante".
La conferma della condanna per Mosca è stata chiesta dal sostituto procuratore generale di Napoli, mentre per Varriale si è ricorsi ad una proposta di concordato non accolta dal legale del 21enne, l'avvocato Dario Carmine Procentese. I fatti risalgono all'agosto 2023 quando due bambine, all'epoca dei fatti di soli 10 e 12 anni, vennero abusate dal gruppo e le violenze, oltre che registrate, vennero trasmesse "in diretta" con una videochiamata. Oggi, in aula, il legale di Mosca ha cercato di difendere la posizione del suo assistito sostenendo la parziale incapacità d'intendere e di volere. Ma l'Appello ha confermato la prima sentenza, con soddisfazione dei genitori della più piccola delle due vittime: "(...) Ringraziamo la magistratura penale per il lavoro svolto: è importante che i giovani di oggi comprendano le conseguenze delle proprie azioni e, soprattutto, la certezza della pena di cui tante volte si discute".
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