11 Novembre 2025
Chiara Poggi e Marco Poggi (social)
Le ultime analisi condotte sulla scena del delitto di Garlasco, dove il 13 agosto 2007 fu uccisa Chiara Poggi, e ordinate dal gip nell’ambito dell’incidente probatorio sull’indagato Andrea Sempio, hanno confermato l'assenza di impronte di Alberto Stasi, condannato in via definitiva. Due impronte, invece, appartengono al fratello della vittima, Marco Poggi, e a uno dei carabinieri. Le sei impronte sulla spazzatura sono di Chiara.
Le ultime analisi hanno portato alla luce due impronte digitali chiaramente identificabili. Una appartiene al fratello della vittima, Marco Poggi, ed è stata rilevata sulla porta esterna del garage; l’altra è di un carabiniere intervenuto sul posto, trovata sulla porta d’ingresso dell’abitazione in via Pascoli.
All’interno della casa, sei impronte digitali sono state rinvenute su una confezione di cereali in cellophane e su un sacchetto della spazzatura. Tutte risultano appartenere a Chiara Poggi.
Nessuna delle impronte analizzate è riconducibile ad Andrea Sempio o ad Alberto Stasi.
Questi risultati provengono dalle indagini condotte dal perito Giovanni Di Censo, incaricato dal giudice per le indagini preliminari nell’ambito dell’incidente probatorio relativo all’inchiesta che vede Andrea Sempio, 37 anni, indagato per omicidio. Al momento, le nuove analisi non modificano le conclusioni raggiunte dagli investigatori nel 2007.
Tra gli elementi ancora da chiarire c’è il DNA trovato sotto le unghie della vittima. L’incidente probatorio, avviato ad aprile 2025, ha lo scopo di identificare a chi appartenga quel materiale biologico. Sono in corso confronti con i profili genetici di Sempio, Stasi e altri uomini che frequentavano la villetta. I risultati di queste comparazioni non sono ancora disponibili.
Per quanto riguarda altre tracce repertate, come la cosiddetta “impronta 10” sulla porta e quelle su fogli di acetilato, le analisi condotte con il test Obti non hanno rilevato la presenza di sangue umano. Questo dato sembra escludere l’ipotesi che una di queste impronte possa essere stata lasciata dall’assassino con le mani insanguinate.
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