07 Novembre 2025
Niente perquisizione né sequestro per l'ex procuratore di Pavia Mario Venditti e per il pm Pietro Paolo Mazza, disposti dalla Procura di Brescia nell'ambito dell'inchiesta sul cosiddetto "sistema Pavia" che corre parallelamente al caso Garlasco. È quanto ha disposto oggi, 7 novembre, il Tribunale del Riesame di Brescia annullando così i decreti "di perquisizione e contestuale sequestro" che erano stati emessi dai colleghi ed eseguiti dalla Guardia di Finanza tra l'8 e il 9 ottobre scorsi.
Lo scorso 8 ottobre, la Procura di Brescia aveva ordinato di perquisire e sequestrare beni e dispositivi dell'ex pm Mario Venditti e del pm Pietro Paolo Mazza alla luce del cosiddetto "sistema Pavia" che vede i due imputati per peculato e corruzione. [...] I giudici Pagliuca, Cavalleri ed Azzi del Riesame di Brescia hanno però accolto i ricorsi delle difese durante l'udienza di lunedì annullando tali decreti (eseguiti di fatto lo scorso 9 ottobre) e chiedendo la restituzione dei beni sequestrati tanto a Venditti quanto a Mazza: restituzione soprattutto di telefoni, pc e dispositivi elettronici. Le motivazioni saranno rese tra 15 giorni. Tuttavia si tratta di una restituzione "parziale", che riguarderà solo Mazza.
Perché i dispositivi di Venditti sono e resteranno sotto sequestro per l'altra grossa inchiesta che lo vede accusato, assieme al padre di Sempio, di corruzione in atti giudiziari. Lo scorso 29 ottobre infatti, il procuratore di Brescia Francesco Prete e la pm Claudia Moregola avevano disposto il sequestro di almeno 27 apparecchi quali fonti di "elementi utili alla prova" dell'illecito "versamento di denaro agli inquirenti". Com'è noto il già intricato caso Garlasco si intreccia con un nuovo capo d'imputazione tutto pendente su Venditti e Mazza: avrebbero infatti ricevuto dal titolare della società di intercettazioni Esitel "utilità" (pranzi, vendita di auto a prezzi inferiori, manutenzione gratis di auto) in cambio dell'esclusività del "noleggio degli apparati di intercettazione" e, per Cr Service, il servizio di auto per la Procura.
Ma, al netto di ciò, è un altro il caso che si aggiunge alla già torbida situazione sul delitto Garlasco. Sembra infatti che la decisione della Procura di Pavia di archiviare la posizione di Sempio, nel 2017, sarebbe stata presa in appena 20 giorni. Cioè, detto altrimenti: l'allora pm Venditti avrebbe voluto fare arrestare Sempio, ma avrebbe poi scelto di cambiare idea nel giro di pochi giorni. Dati alla mano, il 23 febbraio 2017 chiedeva di rinviare il deposito delle intercettazioni di Sempio per continuare le indagini su di lui, poi l'inversione di rotta: il 16 marzo dello stesso anno l'archiviazione.
L'avvocato di Venditti, Domenico Aiello, ha commentato lo "scoop" come "la scoperta dell'acqua calda. L'ennesima". La richiesta del 23 febbraio sarebbe "una prassi comune a tutti gli inquirenti, tutti ma dico tutti i pm d’Italia". Anche il giudice Stefano Vitelli, che in primo grado assolse Stasi, ha tirato il freno definendo "falso scoop" la notizia.
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