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Arrestata Maria Concetta Riina, figlia di Totò, accusata di estorsione aggravata: la donna si è costituita ai carabinieri, ora in carcere a Palermo

La misura cautelare è diventata esecutiva dopo che la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dalla difesa, confermando la decisione del Tribunale del Riesame

17 Ottobre 2025

Arrestata Maria Concetta Riina, figlia di Totò, accusata di estorsione aggravata: la donna si è costituita ai carabinieri, ora in carcere a Palermo

Maria Concetta Riina, figlia dell'ex boss mafioso Totò Riina, è stata arrestata con l'accusa di estorsione aggravata nell’ambito di un'inchiesta della DDA di Firenze. La misura cautelare è diventata esecutiva dopo che la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dalla difesa, confermando la decisione del Tribunale del Riesame.

La 51enne si è costituita spontaneamente ai carabinieri della stazione di Villagrazia di Palermo e successivamente è stata trasferita nel carcere Pagliarelli di Palermo. Il suo legale, avvocato Francesco Olivieri, aveva cercato di annullare la misura cautelare, ma il ricorso è stato respinto dalla Cassazione giovedì 16 ottobre.

Inizialmente, il GIP aveva respinto la richiesta di carcere, ma successivamente la DDA di Firenze aveva presentato ricorso, che è stato accolto prima dal tribunale e poi confermato dalla Suprema Corte.

Arrestata Maria Concetta Riina, figlia di Totò, accusata di estorsione aggravata: la donna si è costituita ai carabinieri, ora in carcere a Palermo

Maria Concetta Riina e suo marito, Antonino Ciavarello, già detenuto per truffa, sono accusati di aver estorto denaro a due imprenditori toscani, minacciandoli di ritorsioni. Le indagini, condotte dal Ros dei Carabinieri di Firenze e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, hanno ricostruito come la coppia abbia fatto numerose richieste di denaro, portando una delle vittime ad acconsentire.

Nel corso dell'inchiesta, è emerso che Maria Concetta Riina avrebbe scritto, in uno dei messaggi inviati: "Noi siamo sempre gli stessi di un tempo, le persone non cambiano". Grazie a queste intimidazioni, sarebbe riuscita ad ottenere da un imprenditore senese una cesta di prodotti alimentari del valore di 350 euro e mille euro in contante.

L’inchiesta ha preso il via nel 2024 e ha portato all’arresto di Antonino Ciavarello a Malta, nel febbraio 2024, a seguito di un mandato di cattura europeo emesso dal Tribunale di Brindisi. Sebbene fosse in carcere, Ciavarello sarebbe riuscito a comunicare con la moglie e con una delle vittime grazie a un cellulare non autorizzato.

La vicenda evidenzia l'ombra persistente di Cosa Nostra e delle sue dinamiche, che continuano a emergere attraverso le azioni della famiglia Riina, anche a distanza di anni dalla morte del boss Totò Riina.

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