19 Settembre 2025
Striscione stop al traffico di armi per Israele a Ravenna, fonte: Instagram, @ravennatoday
I camalli del porto di Ravenna hanno fermato due container pieni di esplosivi provenienti dall'Austria e diretti verso Haifa, in Israele. Armi che avrebbero alimentato la devastazione di Gaza, bloccate nel centro romagnolo grazie all'azione congiunta dei portuali, del Comune, della Provincia e della Regione Emilia Romagna. Il sindaco Alessandro Barattoni ha dichiarato: "Non siamo e non vogliamo essere complici del genocidio palestinese".
Due container carichi di materiale esplosivo, destinati al porto di Haifa in Israele, sono stati bloccati giovedì 18 settembre nel porto di Ravenna grazie all’intervento del Comune, della Provincia e della Regione Emilia-Romagna. La segnalazione è arrivata da alcuni lavoratori portuali che, nella serata di mercoledì, hanno informato le istituzioni locali dell’imminente arrivo dei camion provenienti dall’Austria. Dopo la verifica, gli enti pubblici – azionisti della società portuale Sapir e della sua controllata Terminal Container Ravenna – hanno inviato una comunicazione urgente alla dirigenza, ottenendo il rifiuto formale a far transitare il carico.
Il sindaco Alessandro Barattoni ha annunciato nel pomeriggio che i due camion hanno lasciato il porto, ringraziando lavoratori e cittadini per la mobilitazione. "Non possiamo continuare a contribuire, anche indirettamente, al massacro in corso a Gaza. Ogni azione, compresa l’inazione, è un atto politico. Ravenna e l’Emilia-Romagna devono stare dalla parte delle vittime innocenti".
La decisione arriva a pochi giorni da una grande manifestazione che ha visto centinaia di persone e oltre 60 associazioni chiedere di “tenere Israele fuori dal porto di Ravenna”. Una presa di posizione che si inserisce in una crescente pressione popolare per interrompere qualsiasi collaborazione logistica con le forze armate israeliane, accusate da organizzazioni internazionali di crimini di guerra e violazioni sistematiche dei diritti umani nella Striscia di Gaza.
La Compagnia Portuale ha sottolineato i rischi di ordine pubblico legati alla movimentazione di materiale bellico e ha chiesto di rinviare o annullare simili operazioni. La vicenda mette in luce il ruolo cruciale delle comunità locali nel contrastare la normalizzazione dei traffici di armi dirette in scenari di guerra.
Per le istituzioni ravennati, lo stop ai container rappresenta un segnale politico chiaro: la città, medaglia d’oro al valor militare per la Resistenza, non vuole essere complice di un conflitto che causa migliaia di vittime civili.
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