20 Luglio 2025
Chiara Poggi, fonte: Facebook, @Angela Marino
Novità in merito al caso di Garlasco: il dna di ignoto 3 trovato nella bocca della giovane vittima non è frutto di contaminazione. La traccia, composta da 22 marcatori e da una quantità biologica superiore a quella di fondo, non è compatibile con nessun operatore che ha partecipato all'autopsia o al trasporto del corpo. Intanto il pm Napoleone ha rilasciato una nota in cui ha lanciato un monito ad opinionisti ed esperti.
Nessuna contaminazione sul dna ignoto 3 nel cavo orale di Chiara Poggi. Questa l'ultima novità in merito al caso Garlasco. Le ultime analisi genetiche hanno confermato un profilo completo, con 22 marcatori e una quantità di materiale biologico incompatibile con una semplice traccia accidentale o ambientale, secondo gli esperti. È uno dei risultati più significativi emersi nell'ambito delle nuove analisi in merito alla svolta che ha subito il caso: il profilo di un dna che non appartiene né ad Andrea Sempio, né ad Alberto Stasi sulla bocca della vittima. Una traccia che era già stata trovata nel 2007 al tempo delle indagini, ma verso cui non fu dato molto peso.
Tuttavia, il caso legato alla contaminazione potrebbe non essersi ancora chiuso definitivamente, in quanto alcuni consulenti della famiglia Poggi hanno asserito che il dna possa provenire da strumenti non sterilizzati o da garze contaminanti utilizzate durante l'autopsia. La genetista Marina Baldi: "Una garza non sterile può contenere residui di Dna da altri cadaveri o da chi l'ha manipolata prima".
Non sono archiviate le piste alternative che vanno da possibili errori procedurali legati all'autopsia a quella di un possibile "inquinatore".
Intanto, la procura di Pavia ha rilasciato una nota: "Qualsiasi interpretazione proveniente da soggetti estranei all’Ufficio, in assenza di comunicati ufficiali, genera solo confusione, dando vita a discussioni fittizie in cui consulenti, esperti o opinionisti commentano su ipotetiche scelte della Procura basate su congetture".
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