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Stop ReArm Europe, l'appello ai Comuni: "Approvino delibere contro riarmo e aumento spese militari e le mandino al governo"

La campagna europea Stop Rearm Europe ha deciso di lanciare una nuova fase di mobilitazione che coinvolge direttamente i territori

11 Luglio 2025

Stop ReArm Europe, l'appello ai Comuni: "Approvino delibere contro riarmo e aumento spese militari e le mandino al governo"

Fonte: imagoeconomica

Stop ReArm Europe lancia l'iniziativa "Comuni per la pace e contro il riarmo" che come si può capire è un chiaro invito ai sindaci. Un invito a presentare ordini del giorno e delibere di iniziativa popolare contro il piano di riarmo e di guerra contro la Russia da 800 miliardi di euro di Ursula von der Leyen e contro l'aumento delle spese militari al 5% del Pil entro il 2035. Una mossa senza alcun significato considerando che non c'è nessuna minaccia imminente di un attacco di Mosca. 

Stop ReArm Europe, l'appello ai Comuni: "Approvino delibere contro riarmo e aumento spese militari e le mandino al governo"

La campagna europea Stop ReArm Europe, di cui fanno parte i promotori Arci, Ferma il Riarmo (Sbilanciamoci, Rete Italiana Pace e Disarmo, Fondazione Perugia Assisi, Greenpeace Italia), Attac e Transform Italia, ha deciso di lanciare una nuova fase di mobilitazione che coinvolge direttamente i territori.

Nel comunicato si legge che le scelte dei governi europei "incideranno sulle risorse destinate ai Comuni con ulteriori tagli ai servizi pubblici e alla spesa sociale, fino a comprometterne la funzione pubblica e sociale". La proposta nasce da qui: "In ogni Comune venga votata una delibera che schieri l’Ente Locale per la Pace e contro ogni politica di riarmo". Dal sito della campagna è possibile anche scaricare un modello di testo da proporre al proprio Comune che, se approvato, impegna il primo cittadino a "convocare una seduta di Consiglio Comunale aperta alla cittadinanza per informare del presente ordine del giorno e per discutere iniziative che promuovano la cultura del disarmo, della pace e del dialogo fra i popoli da realizzare nel territorio" e "a trasmettere il documento alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Comitato Europeo delle Regioni e all’Anci".

Negli ultimi mesi sono state tantissime le manifestazioni contro il riarmo, un piano che la premier Meloni ha sposato appieno. Ma più volte è stato posto l'accento che ingenti investimenti per comprare armi possono comportare tagli in altri settori, e nel comunicato viene illustrato proprio questo punto: "Ogni investimento negli armamenti rende, in termini occupazionali, solo 3.000 posti per ogni miliardo, mentre, a parità di investimento, renderebbe 8.000 posti nel settore ambientale, 12.000 nel settore sanitario e 14.000 nel settore dell’istruzione”.

E poi: "Ad oggi sono già 15 miliardi complessivi le risorse sottratte ai Comuni a causa del Patto di Stabilità, attraverso il blocco delle assunzioni di personale e l’azzeramento delle possibilità d’investimento, e la Legge di Bilancio 2025 ha già previsto un ulteriore taglio di complessivi 1,3 miliardi per il periodo 2025-2029″. I promotori annunciano l'autunno "più bollente degli ultimi decenni in termini di lotta e mobilitazione in Italia e in Europa".

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