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Covo di Nord Est, Irvine vuole cancellare la discoteca, e sulla movida della Liguria incombe il colpo di spugna

L'indiscrezione raccolta da il Giornale d'Italia mette a rischio la pista da ballo nata per volere di Mussolini nel 1934. L'ex pilota spinto dalla bassa remunerazione della discoteca e spaventato dalle denunce dei residenti

21 Giugno 2025

Covo di Nord Est, Irvine vuole cancellare la discoteca, e sulla movida della Liguria incombe il colpo di spugna

Covo di Nord Est, Eddie Irvine vuole chiudere la discoteca, e sulla movida del Tigullio e della Liguria incombe il colpo di spugna.

Se confermata, l'indiscrezione raccolta da il Giornale d'Italia sul futuro del covo di Nord Est potrebbe cambiare lo scenario della movida giovanile nel Tigullio. E in buona parte della riviera ligure di Levante. Il progetto di rilancio che ha in mente l'ex pilota di Formula Uno Eddie Irvine, che ha praticamente concluso l'acquisizione della struttura - fatti salvi problemi burocratici che dovranno risolvere gli attuali gestori - non prevede la discoteca, meno remunerativa, ma "solo" tre ristoranti di lusso al pianoterra, in sostituzione della discoteca, che verrebbe di conseguenza chiusa, e alcune suite extralusso al piano superiore. La cancellazione della pista da ballo più famosa della Liguria, frequentata da sempre soprattutto dai giovani, priverebbe le nuove generazioni di un punto di ritrovo che ha fatto epoca, non sostituibile dall'oramai extra costoso e inaccessibile Le Carillon di Paraggi, con il rischio di causare lunghe e pericolose trasferte notturne dei teen ager e ragazzi verso la più movimentata Toscana, particolare la Versilia. A intralciare i piani dell'ex ferrarista, però, potrebbe essere Benito Mussolini: il Duce nel 1934 trasformò il Covo in un locale pubblico (per un periodo, durante il fascismo, si chiamò “Tana”, in quanto più gradito al regime), una destinazione d'uso ancora in vigore. E un ostacolo che Irvine e i progettisti si troverebbero davanti nel caso volessero cancellare la discoteca.

Gli impianti del suono del Covo sono ancora sotto sequestro, dopo la protesta di alcuni residenti che si lamentavano dei decibel troppo alti. Non solo: c'è la causa tra gestore e proprietà, che attende ancora un ultimo pronunciamento, anche a fronte del fatto che non ci sia nessun accordo tra le due parti per la gestione dell’area demaniale. Incognite che turbano il via del locale di Punta Pedale. Le parti in causa sono sempre il gestore Stefano Rosina e la proprietà, rappresentata dalla famiglia Ciurlo, perché l’accordo per la cessione con  Irvine, che pure aveva annunciato come tutto concluso, a quanto si capisce, si perfezionerà soltanto alla definizione di tutte le questioni aperte.

Il sequestro degli impianti sonori della discoteca nasce dalla vertenza promossa, da tempo, da alcuni titolari di case della zona, arrivati sino alla Cassazione nella propria denuncia di disturbo della quiete pubblica. In attesa del pronunciamento definitivo, arriva questo provvedimento che sembra impedire lo svolgimento della stagione, anche se Rosina, pure stavolta, prova a non fermarsi. Sono aperte pure altre questioni, ed in particolare la generale titolarità di Rosina e soci a gestire ancora il locale. È dello scorso novembre, una sentenza del Tribunale civile di Genova che dichiara la risoluzione del contratto di affitto di ramo d’azienda che legava la Mito srl (Rosina) alla Lido Punta Pedale (proprietà), addirittura con precisazione che la disponibilità dei locali sarebbe già dovuta venire meno nel 2021. Rosina ha ottenuto una sospensiva rispetto all’esecuzione di quella sentenza, ma si attende il pronunciamento definitivo, di merito, del Tar. E se Rosina rimanesse a gestire il locale anche nella stagione 2025, resta il rebus parte demaniale dello stesso. Ovvero la terza questione: le concessioni demaniali. Il Comune di Santa Margherita, avviate le gare, ha dovuto fare i conti con la lunghezza dello svolgimento delle procedure, e quindi optato per una proroga delle concessioni in essere, solo per quest’anno. Il concessionario è la proprietà, che quindi, quest’estate, avrà in mano lo spazio di spiaggia del Covo. Sinora, però, la gestione era avvenuta con subconcessione a Rosina. Ed è pure difficile lavorare tenendo distinta la parte demaniale da quella che non lo è, in un complesso in cui una è dipendente dall’altra.

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