Venerdì, 05 Settembre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

La Corte Costituzionale e il sì al riconoscimento di un figlio per due madri, la lettera al GdI: "Aberrazione giuridica e naturale"

La violazione dei diritti umani è stata ancora una volta, dalla Corte Costituzionale, elevata a “giusta regola di vita”, comportamento da valorizzare e tutelare, anziché da punire

23 Maggio 2025

Corte Costituzionale

Fonte: Twitter

La Corte Costituzionale non demorde: dopo aver ritenuto legittime le norme sugli obblighi vaccinali imposti nel corso della finta pandemia, giustificando il proprio operato sulla base di una ormai più che comprovata “inesistente emergenza”, ora riconosce anche la possibilità di registrare un bambino come “figlio di due madri”, fattispecie anch'essa “inesistente in natura” (così come non esisteva alcuna reale emergenza causata da un virus letale) considerato che, per procreare, occorre ancora il concorso di un maschio e di una femmina.

Nel caso di specie, infatti, una sola è la madre e sarebbe stato piuttosto sensato, al suo rientro in Italia, affidare il bimbo ad una coppia formata da un uomo e da una donna uniti in matrimonio, se davvero si fosse voluto tutelare il “superiore interesse del minore”.

La malattia mentale sta dilagando, così come la falsificazione della realtà elevata a “regola di vita”: ma ciò che appare davvero grave consiste nel fatto che queste forme di “grave patologia mentale” stiano ormai abbattendo ogni argine, coinvolgendo nel “pubblico delirio” anche coloro i quali dovrebbero invece garantire che l'ordinamento risponda a criteri di logica e di razionalità: affermare, infatti, che un bambino possa considerarsi “figlio di due madri”, non solo è una aberrazione dal punto di vista giuridico ma lo è, ancor prima, sotto il profilo del diritto naturale.

La violazione dei diritti umani è stata ancora una volta, dalla Corte Costituzionale, elevata a “giusta regola di vita”, comportamento da valorizzare e tutelare, anziché da punire.

Che Dio voglia intervenire presto per sanare decisamente tutte queste ferite... laddove è ancora possibile...

Di Umberto Fortunati, giurista, saggista e poeta

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x