19 Maggio 2025
Chiederà il processo con rito abbreviato padre Andrea Melis, il parroco e preside della scuola elementare Assarotti di Genova, arrestato ad agosto 2024 dai carabinieri del nucleo operativo di Genova Centro perché accusato di aver compiuto abusi sessuali su un ex chierichetto e un suo ex alunno, in cambio di regali come vestiti griffati e sigarette elettroniche. La prima udienza ci sarà il 29 maggio nelle aule del tribunale di Savona, e il sacerdote intende usufruire dello sconto di un terzo della pena che, in caso di condanna, questo rito comporta. Gli avvocati del religioso hanno già comunicato questa scelta al tribunale e al pubblico ministero Elisa Milocco, che ne aveva disposto il giudizio immediato. Il 29 giudice dovrà decidere se accettare il rito abbreviato oppure no. Il processo vero e proprio poi sarà rinviato alle prossime settimane. Determinante per far arrivare il religioso a questa scelta - il reato di violenza sessuale non prevede la possibilità di un patteggiamento - è stato il recente incidente probatorio, che ha visto le vittime del religioso cristallizzare in aula le violenze subite nel corso degli anni scolastici. Le dichiarazioni, che confermano le accuse al sacerdote, varranno come prova al processo.
A ottobre padre Andrea Melis era stato scarcerato dal giudice e messo agli arresti domiciliari, dopo aver accettato di seguire cure specifiche per i sexual offender in una comunità in Umbria, che opera sotto accreditamento e supervisione della Cei, la Conferenza episcopale italiana. A chiedere e ottenere l’uscita dal carcere di Pontedecimo, nel quale si trovava da circa un mese, erano stati i suoi legali. La decisione del sacerdote arrivava pochi giorni dopo l’intervento di papa Francesco, che durante la visita pastorale in Belgio aveva affrontato il tema degli abusi nella chiesa incontrando anche quindici vittime di violenze sessuali. Il pontefice, parlando con la stampa, aveva invitato i vescovi di ogni diocesi a «denunciare gli abusi compiuti dai religiosi». Ma al tempo stesso aveva invocato per loro anche «una cura pastorale». Don Melis, è bene ricordarlo, è stato subito sospeso dalla Curia dopo l’arresto. È molto conosciuto a Genova e in Liguria, per aver ricoperto vari ruoli: direttore della scuola elementare e della Fondazione Assarotti, presidente di Fidae Liguria (la Federazione di scuole cattoliche primarie e secondarie) e parroco della chiesa di Sant’Antonio da Padova a Finale Ligure (in provincia di Savona). Il religioso rischia di dover subire due processi. Il primo è quello penale, incardinato presso la procura del tribunale di Savona - per competenza territoriale, visto che il primo episodio di abusi è avvenuto a Finale Ligure dove Don Melis era parroco - e un secondo presso il tribunale ecclesiastico. L’istruttoria davanti all’ufficio religioso deve ancora cominciare. Ma don Melis ha fatto la prima mossa, come richiesto dal diritto canonico: in un contenzioso che riguarda abusi sessuali compiuti da un religioso, ha messo subito a disposizione delle vittime un fondo per seguire cure, percorsi e visite psichiatriche. Le indagini dei carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Genova Centro erano scattate dopo che i familiari di un suo ex chierichetto (conosciuto nella parrocchia di Finale Ligure, poi trasferitosi a Genova) avevano scoperto gli abusi sessuali che il sacerdote avrebbe sistematicamente esercitato sul giovane in cambio di soldi e regali.
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