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Milano, condannato a 4 anni di carcere il filosofo antispecista Leonardo Caffo per maltrattamenti e violenze sull'ex compagna

Caffo: "L'ho fatto per stare con mia figlia, auguro a lei e alla madre tutto il bene possibile", la donna avrebbe subito violenze tra il 2019 e il 2022

10 Dicembre 2024

Milano, condannato a 4 anni di carcere il filosofo antispecista Leonardo Caffo per maltrattamenti e violenze sull'ex compagna

Fonte: LaPresse

Il Tribunale di Milano ha condannato in primo grado a 4 anni di carcere il filosofo Leonardo Caffo, imputato per maltrattamenti aggravati e lesioni gravi nei confronti della sua ex compagna. Il pm Milda Milli aveva chiesto di condannare il 36enne a 4 anni e mezzo senza il riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche. Secondo le indagini, che avevano portato alla misura cautelare dell'allontanamento dalla casa e dal nucleo familiare, e del divieto di avvicinamento, erano emerse diverse presunte violenze verbali, morali e fisiche che la donna avrebbe subito tra il luglio 2019 e il giugno 2022. I giudici hanno anche disposto un risarcimento in sede civile di 45mila euro e l'interdizione dagli uffici pubblici per una durata di 5 anni. Il processo era iniziato nel dicembre 2022.

Leonardo Caffo è noto in particolare per le sue teorie sugli Animal studies, sull'antispecismo, sul veganesimo e sul postumano contemporaneo. Filosofo, intellettuale e scrittore, Caffo in diverse interviste e libri ha condiviso l'ipotesi di racchiudere i diritti degli animali all'interno del più ampio spettro dei diritti umani, così che, "al pari del razzismo", potesse essere abolito anche lo "specismo". Subito dopo la sentenza del Tribunale di Milano, ha commentato: "Va bene colpirne uno per educarne mille, speriamo educhino i mille. Io sono stato uno" e ha proseguito "Tutto quello che ho fatto, l'ho fatto per cercare di stare con mia figlia e ho senz'altro fallito. Tornando indietro, se dovessi cambiare la cosa che andava cambiata, non sarebbe nata mia figlia e sono felice sia in vita. Auguro a lei e alla madre tutto il bene possibile perché il bene non si cancella".

Il filosofo si è dichiarato "pronto" ad accettare le conseguenze della sentenza: "Non sono un belligerante, non lo ero prima e non lo sarò dopo, ho un'enorme capacità di incassare m***a e continuerò a incassarla. Andremo in appello e cercheremo di provare a raccontare una verità diversa, in primo grado non siamo riusciti. Il futuro che vedo è pessimo e mi spiace profondamente per le persone coinvolte". L'ex compagna di Caffo ha testimoniato per quasi quattro ore al processo. La relazione cominciò nella primavera del 2019, ma già in estate lei avrebbe voluto lasciarlo. Quando glielo disse, secondo quanto affermato dalla donna, lui le mise le mani al collo. "Ha cercato di strangolarmi, io gli ho detto 'Pensavo volessi uccidermi' e mi ha risposto 'io in quelle situazioni vorrei ucciderti'" ha raccontato l'ex compagna, che avrebbe anche ammesso di averlo tradito baciando il suo ex fidanzato. 

Nel capo di imputazione sono riportati altri numerosi episodi di minacce, insulti - anche nei confronti dei famigliari di lei - e violenze verbali e fisiche. Tra questi un litigio, che sarebbe avvenuto il 17 agosto 2020 a Catania, dove la coppia si trovava per le vacanze: lui, secondo la ricostruzione dell'accusa, le avrebbe afferrato "violentemente la mano destra contorcendogliela" e provocandole una frattura "scomposta" con "accorciamento del dito" e che nell'immediatezza era stata addebitata a una caduta sotto la doccia. Per i periti nominati dal collegio della quinta sezione penale del Tribunale di Milano, la malattia è "perdurata per un periodo di tempo superiore ai 40 giorni", mentre non sono stati rilevati danni permanenti "sulla capacità prensile" della mano. In altre occasioni il filosofo avrebbe invitato l'ex compagna a suicidarsi perché, da quanto affermato dalla testimone, "non sarei mai riuscita a fare nulla nella vita, secondo lui". 

Le motivazioni della sentenza che ha sancito l'accusa in primo grado per Caffo, per la "sistematica e continua attività di prevaricazione" e per comportamenti di "controllo ossessivo e maniacale", saranno depositate entro 90 giorni. 

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