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Alessia Neboso morta dopo intervento al seno per “infezione da stafilococco”, il personal coach “consigliava Aulin senza competenze”

Dall'esito dell'esame autoptico risulterebbe che Alessia sarebbe morta per “un’infezione di stafilococco contratta nel corso dell’intervento”. L'infezione sarebbe stata contratta a causa della “non corretta sanificazione della struttura e degli attrezzi usati per l’operazione”

10 Ottobre 2024

Alessia Neboso morta dopo intervento al seno per “infezione da stafilococco”, il personal coach “consigliava Aulin senza competenze”

Alessia Neboso, fonte Twitter: @11Giuliano

Alessia Neboso è morta in seguito ad un intervento di chirurgia estetica al seno nella clinica Gianturco di Napoli. Da quanto è emerso dall'autopsia, la ragazza sarebbe morta per “un'infezione da stafilococco”. Il chirurgo Silvio Smeraglia ha ricevuto l'interdizione dalla professione medica e il pm Giuseppe Tittaferrante ha ottenuto il sequestro della struttura. 

Sotto accusa ci sarebbero anche altri componenti del suo staff, l'autrice dell'operazione Veridiana di Pietro e all’anestesista Luigi Mascolo. Inoltre, il gip vorrebbe verificare l'accusa per “esercizio abusivo della professione” il personal coach M.C che avrebbe dato consigli e pareri nel post intervento “senza alcuna competenza professionale”. La ragazza, che di mestiere faceva l'estetista, era deceduta al pronto soccorso della Casa di Cura Villa dei Fiori ad Acerra nel settembre del 2023.

Alessia Neboso morta dopo intervento al seno per “infezione da stafilococco”

Alessia era stata operata l'11 settembre 2023 e secondo quanto è emerso fino al 18 è “stata bene”. I primi dolori sono arrivati dopo una settimana con un “progressivo peggioramento fino al giorno 20”, quando era arrivata in clinica in codice rosso e in gravi condizioni. La ragazza era in seguito deceduta “per un arresto cardiaco” a Villa Fiori ad Acerra.

Il chirurgo estetico Smeraglia, secondo l’accusa, non avrebbe visitato la ragazza anche se il suo nome risultava nella cartella clinica. Dall'esito dell'esame autoptico risulterebbe che Alessia sarebbe morta per “un’infezione di stafilococco contratta nel corso dell’intervento”. L'infezione sarebbe stata contratta a causa della “non corretta sanificazione della struttura e degli attrezzi usati per l’operazione”. Nei confronti di Smeraglia e Di Pietro è stata contestata anche “l’accusa di falso”.

Il personal coach “negava il rigetto e consigliava Aulin senza competenze”

Maria Gabriella Iagulli, giudice delle indagini preliminari, avrebbe espresso la volontà di verificare l’accusa di “esercizio abusivo della professione” nei confronti di un personal coach del benessere le cui iniziali sono M.C. Quest'ultimo avrebbe dato “consigli e pareri” in relazione ai sintomi manifestati dopo l'intervento, in seguito alle richieste della ragazza. Il personal coach avrebbe “negato il rigetto e consigliato due bustine di Aulin per tranquillizzare la paziente”.

Le parole dell'avvocato di Smeraglia

L'avvocato di Smeraglia, Michele Sarno aveva dichiarato: “Il giorno dell’intervento c’è stata la sanificazione di strumenti clinici e locali. Ci sono le certificazioni”. Inoltre ha sostenuto che sulla scheda operatoria: “Smeraglia non ha mai partecipato all’operazione, non ha redatto il documento che attesta la sua presenza in sala operatoria. Un documento che il professor Smeraglia ha trasmesso agli inquirenti, in piena trasparenza e buona fede. Quando ha verificato l’insorgenza di un problema, si è recato in clinica, portando la ragazza presso una struttura adeguata e a lui conosciuta”.

“Un'altro caso nella stessa clinica”

Nel frattempo sarebbe spuntato agli atti il nome di un’altra ragazza, operata nel 2022, che ha subito gli “stessi traumi” per una probabile infezione. La ragazza si chiama Maria Rosaria ed era stata salvata “dopo lo stesso intervento”. Secondo quanto scritto dagli inquirenti, anche per lei si parlava di “influenza e non di batteri, per non danneggiare il buon nome della clinica”.

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