04 Ottobre 2024
Fonte: Repubblica, X - @ITItalianTech
Repubblica e il cambio di direzione: gli attriti tra Molinari e Elkann, che hanno portato alle dimissioni rispettivamente del direttore del quotidiano e del presidente del gruppo GEDI, sarebbero esplosi con lo sciopero dei giornalisti della testata alla vigilia dell’Italian Tech Week, con ospite Sam Altman, CEO di OpenAI. Alla base dello sciopero ci sarebbero le tariffe che le aziende partecipanti avrebbero dovuto versare qualora interessate ad avere uno spazio nell’inserto di 112 pagine contenente i pezzi sulla Tech Week, in uscita il 25 settembre con il giornale a ridosso dell’evento 'gioiello' di Exor. Il 'tariffario' è il primo casus belli alla base della mancata copertura della convention, della due giorni di sciopero e delle conseguente sfiducia del direttore Maurizio Molinari. Ma non è l’unico e nemmeno il primo: Rumors dicono che Molinari potrebbe essere stato rimosso, non solo per la guerra mossagli dai suoi giornalisti (Elkann aveva sempre tenuto al suo posto l’ex inviato speciale a New York), ma quando non ha saputo impedire lo sciopero di 48 ore, in concomitanza con la Tech Week e che ne ha paralizzato la copertura mediatica. I motivi erano di natura commerciale: Elkann avrebbe messo gli occhi su ChatGPT, la creazione di Altman. A dialogare con Altman, infatti, non è stato chiamato il direttore di Repubblica, ma lo stesso Elkann, che ha mostrato così una cura particolare nei confronti dell’ex studente di Stanford. Vediamo nel dettaglio tutti i retroscena sulla vicenda.
L’Italian Tech Week rappresenta un grande investimento di Exor che controlla Gedi, che edita Repubblica, tutte facenti capo all’esponente della famiglia Agnelli-Elkann. Exor produce Italian Tech attraverso la sua società Vento, che sostiene start up ed è guidata da una giovane di 31 anni, Dyiala D’Aveni. Una lettera arriva una settimana prima al settore Economia de la Repubblica, firmata da una dirigente di Exor stessa, in cui si spiega cosa succederà nei tre giorni, i dibattiti, i pezzi per la presentazione nell’inserto, ma riporta una frase finale che suona così: "Ricordate che a comandare sono gli sponsor". A seguito della lettera, i rappresentanti sindacali chiedono di incontrare subito Azienda e Direzione, Corrado Corradi e Alessandro Bianco da una parte, Maurizio Molinari e Carlo Bonini dall’altra. Tutti cadono dalle nubi e affermano che si tratta di "cosa gravissima", che sarà avviata un’istruttoria. I risultati dell’istruttoria arrivano in breve tempo: il Direttore comunica che la lettera da Exor è stata autorizzata dal Vicedirettore con delega all’Economia Walter Galbiati. Galbiati presenta le dimissioni immediate. Molinari però le respinge. Il Cdr (Comitato di redazione) contesta subito il respingimento. Passano tre giorni e il Direttore non prende decisioni, ma l’azienda fa sapere di aver aperto un provvedimento disciplinare nei confronti di Galbiati, il quale nel frattempo "si autosospende".
È qui che i giornalisti riescono a mettere le mani sul tariffario: i rappresentanti sindacali entrano in possesso di un file che allinea i pezzi programmati per l’inserto di 112 pagine con la specifica della categoria (intervista, ritratto, racconto, scheda) e accanto la cifra che l’azienda interessata verserà. Nello stesso file si afferma anche che Exor avrà la supervisione su tutti i contenuti dell’inserto. La decisione dei giornalisti è di sottoporre tutto all’assemblea. Che a larga maggioranza vota lo sciopero. Nella nota con la quale la redazione informa di aver interrotto le pubblicazioni si legge: "L’assemblea delle giornaliste e dei giornalisti di Repubblica indice uno sciopero di due giorni – 25 e 26 settembre – per protestare contro le gravi ingerenze nell’attività giornalistica da parte dell’editore, delle aziende a lui riconducibili e di altri soggetti privati avvenuti in occasione dell’evento Italian Tech Week. Da tempo denunciamo i tentativi di piegare colleghe e colleghi a pratiche lontane da una corretta deontologia e dall’osservanza del contratto nazionale". A quel punto John Elkann e i suoi uomini buttano fuoco e fiamme contro la redazione che ha messo in cattiva luce l’evento Italian Tech, togliendogli visibilità e in parte credibilità.
Di seguito riportiamo il testo integrale del comunicato che ha annunciato lo sciopero dei giornalisti di Repubblica:
L'assemblea delle giornaliste e dei giornalisti di Repubblica indice uno sciopero di due giorni - 25 e 26 settembre - per protestare contro le gravi ingerenze nell'attività giornalistica da parte dell'editore, delle aziende a lui riconducibili e di altri soggetti privati avvenuti in occasione dell'evento Italian Tech Week. Da tempo denunciamo i tentativi di piegare colleghe e colleghi a pratiche lontane da una corretta deontologia e dall'osservanza del contratto nazionale.
La direzione ha il dovere di apportare ogni correttivo e presidio possibile per rafforzare le strutture di protezione della confezione giornalistica di tutti i contenuti di Repubblica, tema sul quale nei mesi scorsi è già stata votata una sfiducia all'attuale direttore.
Ma ci rivolgiamo anche all'editore - e non padrone - di Repubblica John Elkann affinché abbia profondo rispetto della nostra dignità di professionisti e del valore del nostro giornale, testata con una propria storia e identità che non può essere calpestata. La democrazia che ogni giorno difendiamo sulle nostre pagine passa anche dal reciproco rispetto dei ruoli sul posto di lavoro.
Ci appelliamo infine alle nostre lettrici e ai nostri lettori: questa redazione non ha mai venduto l’anima. E non sarà mai disposta a farlo.
L’assemblea delle giornaliste e dei giornalisti di Repubblica
l’Italian Tech Week nelle ultime tre edizioni è stato organizzato da Riccardo Luna, il giornalista che dirige l’hub Italian Tech del Gruppo Gedi e l’hub Green and Blue. A gennaio, Luna ha saputo che questa edizione 2024 non sarebbe stata affidata a lui. Il ruolo principale nella scelta dei protagonisti sarebbe spettato a Dyiala D’Aveni di Vento. Una decisione per effettuare il controllo sulle start up da invitare e mettere in evidenza, privilegiando quelle su cui Exor investe. A Luna non resta che firmare il fondo dell’inserto uscito il 25 settembre, scrivendo alla fine: "Auguro a voi che andrete a Torino di ispirarvi e divertirvi come è stato in passato".
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia