Sabato, 06 Settembre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Attacco hacker Ministero della Giustizia, arrestato 24enne di Gela: "Furto fascicoli con segreto investigativo su criminalità organizzata”

L'hacker avrebbe, inizialmente, rubato dei dati sensibili su un'indagine che lo riguardava. Oltre al Ministero della Giustizia, il giovane avrebbe attaccato i sistemi informatici anche della Guardia di Finanza, Tim e Telespazio

02 Ottobre 2024

Attacco hacker Ministero della Giustizia, arrestato 24enne di Gela: "Furto fascicoli con segreto investigativo su criminalità organizzata”

fonte Imagoeconomica

Un esperto informatico di 24 anni, originario di Gela, è stato arrestato per essere entrato diverse volte nei sistemi informatici del Ministero della Giustizia e di altre importanti società. Con gli attacchi hacker, il giovane sarebbe riuscito ad entrare in possesso di “fascicoli coperti da segreto investigativo”, riguardanti affari di criminalità organizzata. Tra i sistemi di cibernetica violati risultano anche quelli della Guardia di Finanza, Tim e Telespazio.

Attacco hacker Ministero della Giustizia, arrestato un esperto informatico 24enne di Gela

Dopo un'inchiesta, durata anni, la Polizia Postale ha arrestato - ieri pomeriggio - un giovane esperto informatico di Gela, con base anche a Roma e server in tutta Europa. Le indagini del pool reati cibernetici della Procura di Napoli sono stati coordinati della Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo. Il 24enne è ora accusato di “accesso abusivo aggravato alle strutture” e “diffusione di malware e programmi software in concorso con ignoti”. La Polizia Postale, grazie ad una perquisizione, ha sequestrato un' imponente mole di dati già decriptati e alcuni server dislocati anche all'estero, che adesso sono a disposizione degli inquirenti.

Primo attacco hacker per accedere ad informazioni su di lui

I dettagli dell'inchiesta sono stati resi noti durante una conferenza stampa a cui hanno preso parte il procuratore di Napoli Nicola Gratteri e il coordinatore del pool reati informatici Vincenzo Piscitelli. È emerso che il 24enne avrebbe carpito informazioni dai server del Ministero della Giustizia per avere, inizialmente, conoscenza di un'indagine che lo riguardava. Il procedimento contro l'hacker, secondo quanto è stato reso noto nel corso di una conferenza stampa, era finito prima sotto indagine a Brescia e poi trasferito a Gela

Le parole di Giovanni Melillo

Giovanni Melillo, procuratore nazionale antimafia, ha affermato come il caso sia stato "una minaccia grave e ha provocato danni alla sicurezza". Tra i fascicoli coperti da segreto investigativo rubati dall'hacker non ci sarebbero, fortunatamente, quelli relativi a indagini antiterrorismo ma solo dati sensibili riguardanti la criminalità organizzata.

Le prime violazioni dell'hacker erano state scoperte a Napoli. "L'indagine di Napoli ha una straordinaria complessità che va ancora tutta esplorata: i colleghi partenopei e la Polizia Postale e delle Comunicazioni, struttura veramente di eccellenza a livello internazionale, riusciranno a venirne a capo", ha affermato Melillo.

Nessun collegamento con “caso Striano”

Inoltre, il procuratore nazionale antimafia, ha negato che ci sia un collegamento con il caso dei dossieraggi in cui è coinvolta la Procura di Perugia. "Le minacce alla sicurezza cibernetica nazionale sono di due tipi: ci sono gli attacchi esterni, le minacce esterne, cioè gli hacker, e poi ci sono le minacce interne, vale a dire l'abuso di credenziali di accesso ai sistemi informativi, e questo è un problema gravissimo che va anche al di là della vicenda alla quale facevate riferimento", cioè il cosiddetto caso Striano, ha sottolineato il procuratore. 

Le parole di Nicola Grattieri

Il procuratore di Napoli, Nicola Grattieri ha spiegato che, dopo aver compreso la pericolosità del soggetto arrestato, hanno deciso di “ritornare alla carta” e di non utilizzare più “mail, WhatsApp, e altri strumenti simili”, per il “timore” di intercettazioni.

Grattieri ha sottolineato, inoltre, che la decisione di tornare alle riunioni in presenza e al trasferimenti degli atti "pro manibus" è stato adottato dopo un attacco durante il quale, l'hacker "ha tentato di entrare nelle mail di alcuni magistrati". Poi ha rivelato: "Dopo due anni che lo critico, questa volta ringrazio il ministro Nordio e il suo ufficio, per averci seguito in questo percorso, anche perché erano loro i primi interessati".

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x