22 Aprile 2024
Minacce e molestie telefoniche continue, persecuzioni sul posto di lavoro e veri e propri agguati sotto casa. Comportamenti scatenati da una questione lavorativa. Secondo quanto denunciato dalle vittime: i tre stalker volevano poter andare a trovare nella rsa la propria parente quando volevano, essere esonerati dall’uso delle mascherine e decidere loro terapie e farmaci che la ricoverata doveva assumere. A vivere questo incubo quotidiano da almeno sei mesi sono state due operatrici sanitarie quarantenni (un’infermiera professionista caposala e una oss) dipendenti da anni di una struttura protetta del quartiere di San Fruttuoso e che nelle scorse settimane hanno denunciato i tre parenti che avevano reso la loro vita un inferno. Al punto che una delle due è stata ricoverata in stato di choc al pronto soccorso dell’ospedale Galliera. Choc, secondo appurato dai medici, dovuto proprio allo stato di ansia che i tre avevano prodotto in loro dopo averle fermate in auto e avere tentato di aprire la portiere.
A finire nei guai due uomini e una donna rispettivamente di 58, 53 e 31 anni che, oltre a rispondere del reato di atti persecutori, hanno il divieto di avvicinarsi alle due lavoratrici, di utilizzare i social network e telefoni e devono indossare il braccialetto elettronico, strumento utilizzato sempre di più nei casi di violenza di genere. A decidere per questo provvedimento è stata la giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni che ha accolto la richiesta del pubblico ministero Paola Calleri che ha coordinato le indagini. Gli accertamenti sono stati svolti dagli agenti del commissariato di San Fruttuoso che hanno raccolto la denuncia delle due infermiere. Nelle querele si tocca con mano l’incubo vissuto dalle due professioniste che, secondo quanto ricostruito, avevano solo cercato di far rispettare le regole all’interno della casa di riposo. Ogni volta che arrivavano i tre a trovare l’anziana, le sanitarie erano costrette a nascondersi per la paura di incontrali. Tra le minacce più frequenti subite dalle due professioniste davanti alle colleghe, frasi come «non la passi liscia», «stai attenta a quando vi incontro»,
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