21 Marzo 2024
Marcello Dell'Utri, fonte: imagoeconomica
Un sequestro preventivo complessivo di circa 19 milioni di euro, segnatamente di 10 milioni e 840mila euro nei confronti di Marcello Dell’Utri e fino alla somma di 8 milioni e 250mila euro nei confronti di sua moglie Miranda Ratti. Questa la decisione del giudice per le indagini preliminari di Firenze, Antonella Zatini sulla base della richiesta avanzata dai pm il 19 gennaio 2024 di sequestro preventivo fino alla somma di 20 milioni di euro e 430 mila euro nel procedimento avviato contro Marcello Dell’Utri.
Le due cifre, però, non saranno sommate al termine di un eventuale processo, nel caso in cui vi sia una condanna: potrà essere confiscato, infatti, solo un valore totale di 10 milioni e 840 mila euro. E questo perché, secondo il Gip, soltanto 2 milioni e 590 mila euro sono confiscabili direttamente a Dell’Utri mentre la maggior parte della confisca, 8 milioni e 250 mila euro, è rappresentata da entrate finite sui conti di sua moglie Marina Ratti. Entrate che, secondo l’accusa dei magistrati, sarebbero riferibili al marito.
L'ex senatore di Forza Italia, è anche accusato di aver violato la normativa antimafia non comunicando un totale di 42 milioni e 679mila euro di bonifici in entrata, compravendite di immobili e opere d'arte. In una nota della Dda a firma del procuratore Filippo Spiezia viene specificato che l’ex senatore di Forza Italia è accusato di aver omesso di "comunicare, entro i termini stabiliti dalla legge, le variazioni patrimoniali per un ammontare complessivo di 42.679.200 euro". Da qui il provvedimento del Gip che dispone "il sequestro preventivo in forma diretta, sino alla concorrenza della somma di 10.840.451,72 euro riconducibile a Marcello Dell’Utri, nonché, per la quota parte di 8.250.000,00 euro della somma complessivamente suindicata, anche indirettamente riconducibile al predetto, per il tramite di Miranda Anna Ratti, ovvero per equivalente sui beni nella disponibilità diretta e indiretta di Marcello Dell’Utri".
Ma il reato di cui è accusato Dell'Utri, previsto dall’articolo 81 comma II della Legge 646 del 1982 (la Rognoni-La Torre), va in prescrizione dopo sei anni a partire dallo scadere del termine per la comunicazione delle entrate ed è così che nel sequestro fiorentino rientrano solo le entrate e uscite post 31 gennaio 2017 perché le altre dovevano essere comunicate prima del 31 gennaio 2018, ovvero più di sei anni fa, per cui le omesse comunicazioni vengono "salvate" dalla prescrizione. Il provvedimento si inserisce "nel quadro di procedimento penale oggetto di un più ampio coordinamento investigativo, portato avanti, in ambito nazionale, dalla Direzione Nazionale Antimafia, finalizzato all’individuazione dei mandanti esterni delle stragi continentali del 1993-1994".
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