14 Febbraio 2024
In foto Mattia Malgara
Cara Marina,
Leggendo l’intervista pubblicata sul Corriere della Sera questa mattina, mi sono trovato un po' perplesso. Parlando con il massimo rispetto e conoscendo tutta la vostra famiglia da sempre, non posso fare a meno di notare una certa opacità in generale, soprattutto non menzionando mai l'immenso contributo che i tuoi fratelli, Giuseppe e Violetta, hanno dato ad Esselunga nei molti anni in cui ci hanno lavorato. Le loro iniziative innovative, come la Fidaty Card lanciata nel 1995, l'attenzione ai prodotti biologici nati nel 1999, i prodotti alternativi non food nel 1995 e l'avvio del servizio "clicca il pomodoro" sempre nello stesso anno, sono diventate colonne portanti della strategia aziendale ed i risultati economici attuali lo confermano.
Ristampare "Falce e Carrello" di tuo padre mentre si discute il libro di Giuseppe sembra più una tua debolezza che una rivalsa a favore di vostro padre. Giuseppe ha scritto un romanzo storico e ha solo voluto esporre la storia sui Caprotti e di conseguenza su Esselunga ma soprattutto raccontare la verità dopo tante falsità su di lui nate e raccontate da gelosie e rapporti contrapposti che con il libro si sono anche risanate verso il padre, contro un ambiente che idolatrava tuo padre e che non era capace mai a dirgli di no.
Inoltre, devo menzionare le offerte di acquisto che i soci di Esselunga hanno ricevuto: la prima nel 2017, di €7.3 miliardi, promossa da mio padre Giulio Malgara (ex direttore Slunga dal 1970 al 1972 poi diventato Cavaliere del Lavoro per i successi di olio Cuore, Gatorade e fondato l’Auditel) insieme al sottoscritto e Claudio Caprotti per conto di una cordata cinese da me portata al tavolo della trattativa con l’appoggio di Pechino, come da te menzionata nell’articolo e la seconda nel 2022, di €7,1 miliardi, da un fondo americano. Rifiutare queste due offerte mi pare sia stata una scelta strategica discutibile, che ha limitato le potenzialità future di Esselunga in un mercato globale dove la competizione è feroce. Questo tema merita un'analisi più profonda. La tua decisione di mantenere Esselunga in famiglia, nonostante le volontà di tuo padre nel suo testamento che suggerivano la vendita per dubbi sulla capacità di gestione di un'entità così complessa, pone interrogativi sulle potenzialità e le opportunità che le offerte ricevute avrebbero potuto rappresentare.
La situazione attuale, con le sfide poste dalla crisi economica e la crescente competizione dei discount, rende ancora più critica la necessità di valutare ogni decisione con attenzione e lungimiranza. Le strategie adottate in seguito alla scomparsa di Bernardo Caprotti, dalla revisione del layout dei supermercati, poi rivista, all'introduzione di prodotti premium come con il marchio Elisenda, richiedono un'analisi attenta delle loro reali implicazioni per il posizionamento e la performance di Esselunga.
Ti scrivo queste righe, sperando che possano invogliarti a una riflessione approfondita e aperta sul futuro di Esselunga, sulle competenze necessarie per guidarla con successo.
Mattia
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