30 Gennaio 2024
Fonte: Pixabay
E adesso anche Slow Food dice no alla carne sintetica, che la neolingua ha già da tempo ribattezzato "carne coltivata". Slow food, per chi ancora non la conoscesse, è una associazione nata in Piemonte nel 1986 con un obiettivo chiaro e pienamente condivisibile: resistere allo sradicamento gastronomico del turbocapitalismo globalizzato. Quello che, per intenderci, produce il piatto unico gastronomicamente corretto, variante a tavola del pensiero unico politicamente corretto: livella i palati e genera una vera e propria dittatura del sapore, buona solo a garantire il big business delle multinazionali sans frontières. Contro queste mode turbocapitalistiche, Slow Food difende da sempre la sovranità alimentare e il cibo radicato nella cultura e nelle identità, proprio a partire da quel Piemonte che è tra i più grandi fortilizi identitari del mangiare e del bere bene. Dopo qualche contraddizione iniziale, adesso Slow Food prende una chiara posizione sul tema della carne sintetica: e dice no, difendendo quel mangiare carne in cui si cristallizza larga parte del senso della nostra civiltà occidentale. Perché, come bene diceva Lévi-Strauss, poche altre cose come il cibo racchiudono, custodiscono e tramandano l'identità e la cultura. Il gesto, apparentemente solo materialistico, del mangiare si rivela in realtà un gesto massimamente culturale. Per questo, dire con Feuerbach che "l'uomo è ciò che mangia" significa riconoscere che lo è anche sul piano identitario e culturale. La carne sintetica, oltre a rappresentare l'apice della civiltà tecnomorfa e della sua mania per il sintetico, rispecchia perfettamente le tendenze sradicanti e disidentificanti della globalizzazione onnilivellante. Per questo, la resistenza al globalismo parte anche dalla tavola e dai piaceri della carne.
Di Diego Fusaro.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia