05 Dicembre 2023
Antonella Viola, fonte: imagoeconomica
Su "La Stampa" di Torino è uscito un articolo dal significativo titolo "Quel furore antiscientifico contro la carne sintetica". L'articolo porta la firma di Antonella Viola, la nota dottoressa già protagonista della stagione virologica superstar. Sarebbe interessante far notare alla dottoressa Viola e alla redazione del rotocalco sabaudo che la questione scientifica non c'entra proprio un bel niente con la questione della carne sintetica. Come se fosse la scienza a dover dire ai popoli che cosa mangiare e che cosa rimuovere dalle loro collaudate tradizioni! Perché infatti nel mangiare sono depositate le identità e le tradizioni dei popoli, e mangiare significa sempre anche pensare quel che si mangia. Lo diceva bene Lévi-Strauss. Gli alimenti non solo si mangiano, ma anche significano. Se la dottoressa Viola approfondisse un poco la questione, magari sforzandosi di capire che oltre alla scienza esistono anche la cultura e la storia, scoprirebbe che da sempre nella cultura occidentale è radicato l'uso del mangiar carne, e che addirittura nei poemi omerici la parte migliore veniva assegnata all'eroe più valente. Scoprirebbe anche - la pugnace dottoressa veneta - che un tempo le interdizioni alimentari erano religiose e che oggi, nel tempo del Cristianesimo evaporato, è soltanto la scienza a prescrivere o interdire sul piano alimentare. La stessa battaglia della dottoressa Viola in nome della scienza contro il vino rientra in questa fattispecie, e mi permetterei di suggerirle lo studio attento della nostra civiltà occidentale per capire quanto il vino sia fondamentale e insostituibile, dal simposio di Platone all'ultima cena di Cristo. Soprattutto la sagace dottoressa capirebbe forse quanto è assurda la prospettiva secondo cui la sacra scienza deve decidere cosa i popoli debbono mangiare o non debbono mangiare, marchiando di furore antiscientifico coloro i quali fanno valere il sacrosanto diritto di conservare la loro tradizione e la loro identità alimentare. Sorge anzi il dubbio, mi sia lecito, che in questo caso la questione scientifica serva solo come coperture ideologica per giustificare la distruzione dell'identità e nel caso specifico della tradizione del mangiar carne, fondativa della nostra cultura occidentale.
Di Diego Fusaro.
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