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Assalto sede Pro Vita e Famiglia a Roma durante la manifestazione anti-violenza: un fatto gravissimo

La sede è stata vigliaccamente imbrattata con scritte oscene e offensive, in linea con il paradigma che ben conosciamo dell'inclusività a senso unico propugnato dagli alfieri del neoliberismo progressista in tinta fucsia e arcobaleno

28 Novembre 2023

Assalto sede Pro Vita a Roma,

Fonte: Facebook @Pro Vita & Famiglia Onlus

Nell'assordante silenzio generale dei media mainstream e della politica istituzionale, è accaduto in questi giorni un fatto gravissimo. È stato dato l'assalto alla sede dell'associazione "Pro vita". La sede è stata vigliaccamente imbrattata con scritte oscene e offensive, in linea con il paradigma che ben conosciamo dell'inclusività a senso unico propugnato dagli alfieri del neoliberismo progressista in tinta fucsia e arcobaleno. Come se non bastasse, è stato posto nella sede anche un ordigno esplosivo. Stupisce il silenzio generale dei media e della politica, sempre così attenti a condurre battaglie contro tutte le discriminazioni o meglio contro tutte le discriminazioni che non siano funzionali all'ordine della globalizzazione neoliberale e del neoliberismo progressista. Perché in effetti la rabbia e l'odio contro l'associazione "Pro vita" rispecchiano perfettamente l'odio che il turbocapitalismo nutre per la vita e per la famiglia, cellula originaria di ogni comunità e base indissolubile della resistenza alla mercificazione universale. Possiamo dirlo senza tema di smentita: il capitalismo odia la famiglia e si sta adoperando in ogni modo per disgregarla, producendo l'individualizzazione di massa funzionale ai processi del consumo. La famiglia resta a tutti gli effetti un baluardo di resistenza contro la mercificazione integrale della vita, rappresentando uno spazio solidale non mercificabile che può costituire la base ideale di una vita politica altrimenti strutturata. Non per caso, Aristotele, nella "Politica", partiva proprio dalla famiglia come cellula fondamentale della comunità solidale.

Di Diego Fusaro.

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