22 Agosto 2023
Vorrei tornare un'ultima volta sulla ormai logorante vicenda del generale Vannacci e del suo libretto assai mediocre. Lo definisco mediocre dopo averlo letto, dunque il mio non è un pregiudizio ma semmai un "postgiudizio". Come già detto, si tratta di un libro davvero mediocre nello stile e nei contenuti, che perlopiù ripetete luoghi comuni di una certa destra thatcheriana conservatrice nei costumi e ultraprogressista nell'economia di mercato. Una cosa è difendere la libertà di espressione sempre e comunque, e su questo mi trovo perfettamente d'accordo e sono quindi tra i primi a riconoscere l'esigenza di difendere il sacrosanto diritto anche del generale di dire le sue banalità proprie di una certa destra liberal-atlantista. Altra cosa è identificarsi con le tesi espresse dal generale: si può benissimo difendere il suo diritto di dire ciò che pensa senza condividere ciò che pensa, ed è il mio caso specifico. Il fatto che le sue tesi siano tanto contestate non implica affatto di necessità che siano giuste e condivisibili. Infatti non lo sono per niente. Tre dunque mi paiono le posizioni in campo: c'è chi contesta le tesi del generale e vorrebbe impedirgli di esprimerle punendolo per averle espresse; c'è chi difende la libertà di espressione del generale e ne condivide anche le tesi; c'è infine chi - e mi riconosco in questa posizione - non condivide quasi nulla delle banalità dette e scritte dal generale ma riconosce e difende la sua libertà di espressione, secondo il principio spinoziano della libertas phiosophandi. L'errore più grande che si possa commettere è difendere d'ufficio le tesi del generale per il fatto che sono contestate dall'ordine del discorso dominante: sarebbe come dire che bisogna difendere la folle tesi della terra piatta dacché l'ordine del discorso dominante la contesta. Ritengo anzi fondamentale prendere le distanze dalle tesi del generale, proprio per evitare che l'ordine del discorso dominante possa abbinare ad esse il discorso della critica e della messa in discussione dell'ordine dominante. Cioè per evitare che il sistema dominante abbia gioco facile nel silenziare la critica come se essa si risolvesse integralmente nelle gracili banalità espresse dal generale. Il discorso critico strutturato deve saper criticare tanto l'ordine dominante quanto le false critiche che contro di esso si rivolgono finendo in realtà in ultima istanza per risultargli funzionali. Ed è questo appunto il caso del libercolo del generale Vannacci. Dobbiamo dunque saper essere contemporaneamente contro il discorso dominante politicamente corretto e contro le triviali banalità apparentemente antisistemiche espresse dal generale Vannacci.
Di Diego Fusaro.
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