27 Maggio 2023
Fonte: imagoeconomica
Un bimbo di 4 anni colpito da un tumore aggressivo a cui servirebbero le cure di un ospedale fuori Milano che però ha bisogno del test Covid necessario per visitare il piccolo. Test che sarebbe stato negato dagli stessi genitori, che avrebbero deciso di dire no al semplice tampone. La situazione è stata sbloccata dalla Procura di Milano che ha accusato i due di tentato omicidio.
Un test Covid, richiesto dall'altro ospedale fuori Milano perché la struttura richiede che per i ricoveri, i bambini arrivino con un tampone nasofaringeo che escluda infezioni: questo perché ha al suo interno molti pazienti, compresi i piccolissimi che hanno basse difese immunitarie o addirittura inesistenti. I due genitori non avrebbero prestato il consenso, nonostante la diagnosi terribile che gli era stata riferita la mattina stessa, venerdì 26 maggio.
I due non hanno ceduto e nonostante si tratti di un semplice tampone, una procedura senza rischi e controindicazioni a differenza di legittimi dubbi che si possono sollevare sul vaccino Covid, specie ai minori, si sono opposti in maniera irremovibile fino a che sul caso non è intervenuta tempestivamente la procura di Milano, servendosi dell’articolo 359-bis del Codice di Procedura Penale, quello sul prelievo coattivo di campioni biologici su persone vivente.
Questo permette con un decreto motivato di ordinare l’esecuzione del test del tampone. Ma solo nei casi in cui via sia palese "urgenza", "quando vi è fondato motivo di ritenere che dal ritardo possa derivare grave o irreparabile pregiudizio alle indagini". Dopo il tampone, negativo nel primo ospedale, viene trasferito nel secondo dove può iniziare le cure. Il caso è finito in Tribunale, col giudice che dovrà decidere se il decreto fosse necessario oppure no.
I medici, nella posizione scomoda di poter doversi assumere la responsabilità di agire in "stato di necessità" hanno deciso di passare la palla alla procura che ha recepito come al bambino servissero delle cure in tempi record, ravvisando non ci fossero i tempi minimi per far intervenire il Tribunale dei Minorenni sulla responsabilità genitoriale di padre e madre.
In questo caso non si possono neanche attivare gli articoli 3 e 5 della legge del 2017 sulle "disposizioni anticipate di trattamento", che specificano come in mancato disaccordo tra il medico ed il legale rappresentante del minore, "la decisione è rimessa al giudice tutelare su ricorso del medico o del pm".
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