02 Maggio 2023
Fonte: imagoeconomica
Una nuova sentenza circa il periodo delle restrizioni anti-Covid arriva da Varese. Il Tribunale ha deciso di assolvere cinque su sette imputati che il il 27 e il 28 settembre 2021 parteciparono alla protesta no green pass lungo la superstrada 336 e lungo un tratto di A8, sfilando con degli striscioni. Contro di loro pendevano le accuse di blocco stradale e violenza privata. Una sentenza che va ad aggiungersi alle tante che in ambito restrizioni stanno scandendo il periodo post-pandemia.
La linea difensiva dell'avvocato Elisabetta Brusa è la seguente: "Il reato di blocco stradale non può essere contestato perché la circolazione non era stata interrotta e impedita, ma solo rallentata". Le motivazioni non sono ancora state rese pubbliche ma molto probabilmente ricalcheranno tale tesi. Il giudice Piera Bossi ha assolto tre persone dalla prima contestazione e dichiarato il non doversi procedere per l’altra. Per i due manifestanti che nel caso di rinvio a giudizio, avrebbero optato per il dibattimento, il gup ha pronunciato sentenza di non luogo a procedere.
Gli altri due avevano originariamente concordato con la procura un patteggiamento rispettivamente a dieci e a sei mesi e sei giorni. Una vicenda che però dovrà essere rivista alla base del fatto che il giudice ha rigettato l’accordo di pena e ritrasmesso gli atti al pubblico ministero.
La protesta contro il green pass, il certificato verde obbligatorio senza il quale si doveva rinunciare alla vita sociale e lavorativa, si svolse durante in due giorni. Il 27, nel pomeriggio lungo la superstrada di Malpensa all’altezza di Busto interessò dei veicoli che viaggiavano a velocità ridotta con le quattro frecce accese.
I manifestanti continuarono anche all'indomani quando uscirono da un parcheggio di via Torino a Gallarate e percorsero la statale 336, imboccando la A8 in direzione Como-Chiasso "costituendo pericolo e intralcio al normale flusso della circolazione, con rallentamenti del traffico, brusche frenate e accelerazioni obbligando le altre vetture a compiere "pericolose manovre di sorpasso". Ma in sostanza il giudice ha rigettato la richiesta a procedere perché a nessuno veniva impedito di proseguire la marcia.
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