02 Marzo 2023
La procura di Bergamo indaga 17 persone, tra cui Gallera, Borrelli e Fontana per le azioni compiute nella fase iniziale della Pandemia in Italia. A loro si aggiungono Conte e Speranza che dovranno trasferire gli atti al Tribunale dei Ministri. I reati contestati vanno dall'epidemia colposa aggravata al rifiuto di atti di ufficio fino all'omicidio colposo plurimo.
Gli indagati dalla Procura di Bergamo sono Silvio Brusaferro, Giulio Gallera, Cosentina Roberto Alfio Paolo, Ruocco Giuseppe, Luigi Caiazzo, Claudio D’Amario, Agostino Miozzo, Francesco Maraglino, Andrea Urbani, Franco Locatelli, Borrelli Angelo, Francesco Locati, Giuseppe Ippolito, Attilio Fontana, Giupponi Massimo e Mauro Dionisio.
In particolare D’Amario, Direttore Generale della Prevenzione Sanitaria, Borrelli, Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Brusaferro, Direttore dell’Istituto Superiore di Sanità, Cajazzo, Direttore Generale della Sanità di Regione e Gallera, deputato all’attuazione del Piano Pandemico Regionale e del Piano Nazionale di preparazione e risposta a un’influenza, avrebbero ignorato alcune raccomandazioni (tra cui quelle dell'OMS e di PAHO) che invece avrebbero dovuto attuare tempestivamente.
Si la condotta di Brusaferro, ad esempio, che, "prospettando azioni alternative" ha impedito l'attuazione del Piano Pandemico e delle misure previste.
Cajazzo e Gallera sono indagati per: "non censire e monitorare i posti letto nell’ U.O. di malattie infettive, non aggiornandoli mensilmente in violazione di quanto previsto dal Piano Pandemico Regionale di preparazione e risposta ad una pandemia
influenzale". Avrebbero mancato di "definire il piano per l’attivazione di posti letto aggiuntivi, cosicché in caso di passaggio a fase 4 siano già predisposti tutti i provvedimenti amministrativi necessari" e nella fase 5, anche alle Regioni, di “implementare il monitoraggio continuo delle risorse essenziali (attrezzature mediche, farmaci, vaccini, posti letto ospedalieri, risorse umane, etc).
Scarica le carte complete in pdf della Procura di Bergamo sul Covid: clicca sull'immagine
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