29 Dicembre 2022
Twitter: Noi_briganti
I padroni del discorso ci segnalano, con incontenibile entusiasmo, che nuovi cibi stanno per colonizzare le nostre tavole: formaggi transgenici e carni sintetiche, ad esempio. Tutto questo viene naturalmente presentato come un grande successo del progresso della modernità capitalistica: ma noi sappiamo che si tratta di una vera e propria aggressione alle identità culturali così come si danno sulla nostra tavola. Feuerbach diceva che l'uomo è ciò che mangia: e se l'uomo è ciò che mangia, ci permettiamo di aggiungere, non lo è solo sul piano materiale, quello per cui noi siamo effettivamente ciò che ingeriamo; lo siamo anche sul piano culturale, poiché nelle pietanze nelle vivande che abitano la nostra tavola si dà in forma condensata la nostra tradizione, la nostra storia, la nostra civiltà. Ecco perché la globalizzazione turbocapitalistica, aspirando a decostruire tutte le identità in funzione del profilo unico anonimo del consumatore apolide, cerca con zelo di decostruire anche le identità gastronomiche. E produce a un sol parto il pensiero unico politicamente corretto e il piatto unico gastronomicamente corretto. D'altro canto, i nuovi cibi sintetici avranno prezzi contenuti e potranno dunque essere utilizzati per alimentare le masse sempre più povere prodotte dalla globalizzazione dei mercati. Mentre i ricchi, i piani alti, continueranno a mangiare pregiate carni piemontesi o toscane, deliziosi formaggi francesi o sardi, le masse pauperizzate in basso dovranno adattarsi a cibi sintetici e magari anche a larve e insetti, come vuole l'Unione Europea. D'altro canto, gli stessi che vogliono che usiamo il POS per il caffè sono quelli che hanno valigette piene di migliaia di euro in contanti.
di Diego Fusaro
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