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Scuola, il calo demografico colpisce gli iscritti per il prossimo anno: 120mila alunni in meno tra i banchi

Si riduce a sua volta il numero di ragazzi per docente. Niente più obblighi di classi pollaio. Il calo demografico potrebbe peggiorare i numeri di iscritti di anno in anno

19 Aprile 2022

Scuola

Scuola (fonte foto Lapresse)

Il calo demografico in Italia si riflette nel numero degli iscritti alla scuola del prossimo anno. Sono 120mila in meno infatti i nuovi alunni rispetto ad oggi, per colpa di un fenomeno in continua crescita. Che potrebbe aiutare principalmente le aule scolastiche e gli insegnanti: in periodo di contagio è sempre meglio avere classi meno affollate possibili.

Scuola, 120mila iscritti in meno rispetto allo scorso anno

Niente più classi pollaio negli istituti dunque o almeno è così che risulta stando ai dati. Queste ultime piano piano andranno sparendo, quindi, addio alle aule da 30 e passa alunni a cui si era abituati. E potrebbe andare avanti così per anni. Basti pensare che, nel 2021 l’Istat ha registrato il record negativo di nascite: meno di 400mila. Quindi le classi saranno sempre più inflazionate da questo fenomeno: mano a mano che i bambini entreranno nella scuola statale si dovrà fare i conti con queste assenze. Nel 2030 secondo le stime si potrebbe arrivare a 500mila alunni in meno. Ma in realtà sta già accadendo. Si nota nelle scuole superiori e poco a poco anche nelle scuole elementari.

E a settembre sarà decisamente evidente: il ministero dell’istruzione, in un incontro con i sindacati per gli organici di settembre prossimo, ha spiegato che tra i banchi ci saranno 120mila studenti in meno. Calcolando una media di 20-25 alunni per aula, si tratta di 4.800 classi in meno in tutta Italia. I docenti rimarranno tutti al loro posto: ce ne sono circa 8.740 a disposizione della scuola per evitare la formazione delle tanto odiate classi pollaio. In che modo?

I docenti in più saranno obbligati a spostarsi, senza perdere il posto di lavoro. Questi trasferimenti avranno delle ripercussioni anche sulle richieste di mobilità dei docenti che vogliono tornare nella loro regione di provenienza: ci saranno meno posti di trasferimento disponibili. Gli 8.740 docenti andranno ad insegnare dove ci sarà bisogno di loro. Cioè dove sarà necessario formare una nuova classe per evitarne una "pollaio", vale a dire una con ragazzi in sovrannumero.

Allarme demografico: meno iscritti nelle scuole 
 

Meno classi affollate "sfruttando" il calo di nascite. Questo il piano del ministro Bianchi che da quando si è insediato ha cercato di collegare le due cose e metterle nero su bianco. Dovrà essere riequilibrato il rapporto tra numero di docenti e numero di studenti. Niente più obblighi: le scuole potranno formare gruppi anche con meno di 26 alunni nelle scuole dell’infanzia e nelle primarie e con meno di 27 nelle scuole medie e superiori.

Da settembre, infatti, nella formazione delle nuove classi si potrà superare quanto previsto dal  DPR 81 del 2009 che regolamenta il numero di alunni per classe.  
 

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